Contanti o Pos? “Il pagamento elettronico è un processo irreversibile”

L'opinione di Maurizio Pimpinella, presidente Apsp (Associazione italiana prestatori servizi di pagamento) e docente universitario alla Lum. “Accettare contanti è un rischio e un costo”
Contanti o Pos? “Il pagamento elettronico è un processo irreversibile”

La digitalizzazione dei pagamenti è un processo irreversibile e come tale destinato a divenire predominante”. Ad affermarlo è Maurizio Pimpinella, presidente di Apsp (Associazione italiana prestatori di servizi di pagamento nel cui board siedono, tra gli altri, esponenti di Nexi, Mastercard e Poste Pay) e docente universitario alla Lum di Casamassima (Bari).

Sicurezza e costi del contante

La posizione di Pimpinella segue quella già espressa da Vincenzo Ferrieri, presidente di Ubri e imprenditore del settore ristorazione con Gesa (a cui fa capo anche la catena Cioccolatitaliani), il quale aveva affermato: “Sosteniamo il pagamento elettronico per motivi anzitutto economici. A fronte di un 1% di commissioni, risparmiamo costi ben più alti: quelli della persona che dovrebbe fermarsi, in ogni locale, per oltre un’ora dopo la chiusura, per il conteggio del contante, far quadrare la cassa, effettuare il versamento in Banca, il tutto in ore notturne notoriamente più costose, oltre a ciò è evidente il problema correlato di sicurezza e il tempo per la gestione della monete o banconote false”. Pimpinella va oltre e afferma: “La polemica tra contante e pagamenti? La ritengo sterile, perché i consumatori sceglieranno sempre l’opzione per loro più soddisfacente e adeguarsi è dimostrazione di lungimiranza, oltre che vera opportunità di business”.

Ci sarà un tavolo di confronto con il Governo

In base alle rilevazioni del centro studi di Apsp, non c’è comunque una particolare resistenza specifica ai pagamenti elettronici in ambito ristorazione.

Forse, l’impressione che in questo ambito ci sia una maggiore reticenza può essere dovuta all’alto numero di attività esistenti nelle varie tipologie. Ritengo però che in percentuale non vi siano sostanziali differenze”, afferma il presidente. Il quale aggiunge che: “Per quanto riguarda poi il costo delle commissioni, si potrebbe lavorare per la riproposizione di un credito d’imposta (sia per commissioni sia per il Pos) del tutto simile a quelli già attivati negli scorsi mesi. Detto questo, a seguito dell’approvazione della legge di bilancio 2023 sarà convocato un tavolo di confronto col Governo in cui si discuterà di questo tema e vedremo in quella sede quale sarà la soluzione condivisa”.

I costi delle transazioni? Scenderanno 

Con l’aumento (prevedibile) delle transazioni elettroniche, si profila una graduale riduzione delle commissioni bancarie sui pagamenti?

Questo – risponde Pimpinella – è un aspetto tanto ovvio quanto spesso ignorato. Il costo dell’infrastruttura dei pagamenti è in parte considerevole condizionato dai volumi che è in grado di mobilitare. Con l’aumento del numero e della frequenza delle transazioni è quindi più che ipotizzabile che i costi delle commissioni tenderanno a ridursi, ovviamente tenendo presente che per mantenere efficienti servizi ed infrastrutture non sia possibile scendere al di sotto di una determinata soglia”

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