World Pistacchio Day 2022: quello che c’è da sapere sull’Oro Verde

Gli Stati Uniti sono il primo produttore mondiale, mentre la Cina è il primo consumatore. E in Italia?
World Pistacchio Day 2022: quello che c’è da sapere sull’Oro Verde

Il 26 febbraio è la Giornata Mondiale del Pistacchio, ma non tutti sanno che l’Oro Verde ha origini molto antiche. Portato in Italia dai Romani, e diffuso successivamente nel brontese dagli Arabi, il pistacchio gode di fama e successo fin dai tempi più antichi. Presente alle corti di faraoni, Re e Regine, nominato anche nel Vecchio Testamento, il pistacchio oggi è diffuso in diversi paesi e richiesto in tutto il mondo.

La varietà italiana coltivata nel territorio siciliano, a Bronte, è una tra le più pregiate. Infatti il frutto che cresce e si sviluppa tra le sciare etnee è tutelato dal marchio di qualità Dop. Non a caso il pistacchio di Bronte è quello con il più alto prezzo sul mercato. Ma quanto ne sappiamo veramente di questa apprezzata frutta secca a guscio? Dove viene coltivata? Quali sono i comportamenti dei consumatori?

In occasione di questa Giornata dedicata al pistacchio, American Pistachio Growers – associazione no profit che unisce i coltivatori di pistacchi americani – in collaborazione con mUp Research, ha condotto una ricerca* al fine di indagare il rapporto che gli italiani hanno con i pistacchi. Secondo i risultati della survey, questo sfizioso snack è molto amato dai nostri connazionali. Tanto da essere il preferito tra la frutta secca a guscio.

MODALITÀ DI CONSUMO: QUALCHE DATO

Secondo la ricerca i pistacchi vengono consumati nell’arco dell’intera giornata con un picco nel break pomeridiano. Oltre 1 italiano su 2 dichiara di mangiarli come spuntino post pranzo. Sul secondo gradino del podio c’è invece l’aperitivo. Il 47% degli intervistati li gradisce come stuzzichino insieme a olive e patatine durante l’happy hour. Oltre 8 italiani su 10 dichiarano di mangiarli da soli come snack. Mentre 7 italiani su 10 preferiscono utilizzare il pistacchio per la preparazione di ricette. Di questi, il 45% realizza dessert, il 42% antipasti o aperitivi, e il 33% li usa per dare quel tocco di croccantezza e gusto in più al proprio primo piatto. Questi dati ne forniscono un altro molto importante, e cioè che come ingrediente il pistacchio è più consumato in casa (63%) che fuori casa (14%).

LA PROVENIENZA

La maggior parte degli intervistati di American Pistachio Growers tende a ritenere che i pistacchi provengano dall’Italia (35%), dall’Europa Meridionale o dalla Turchia (parimerito 23%). E in effetti Turchia, Siria e Grecia sono degli importanti produttori. Tuttavia gli Stati Uniti sono al primo posto nella produzione commerciale mondiale di pistacchi. In particolare la California vanta grandi coltivazioni. In questo Stato la pianta trova il suo ambiente di crescita ideale. Estati calde e secche, abbondante acqua, terreni profondi e molto sole. Oggi la California produce circa 140 mila tonnellate di pistacchi, che rappresentano approssimativamente il 98% del raccolto nazionale.

PROPRIETÀ NUTRITIVE

Una porzione da 30g corrisponde a 50 pistacchi per 160 calorie. Non fanno ingrassare, presentano un’alta concentrazione di sali minerali e fanno bene al cuore grazie agli alti livelli di grassi insaturi e monoinsaturi contenuti. Inoltre, si tratta di una proteina completa grazie alla presenza in quantità adeguate di tutti e nove gli aminoacidi essenziali. Uno snack appagante ma allo stesso tempo healthy!

CONSUMATORI

La Cina è il primo consumatore di pistacchi al mondo, con un consumo annuo di 80 mila tonnellate. Gli Stati Uniti ne consumano 45 mila. Seguono la Russia con un consumo di 15 mila tonnellate e l’India con 10 mila tonnellate.

CURIOSITÀ

C’è stato un tempo in cui i pistacchi erano rossi e lasciavano sulle mani e sul viso macchie simili a quelle lasciate dalle ciliegie. Ad oggi non esistono più, e probabilmente chi ha meno di 30 anni non li hai mai visti né ne ha sentito parlare. Questo perché dagli anni ’80 sono spariti dal mercato. Ma a cosa era dovuto il colore rosso?
Quando gli Stati Uniti li importavano dal Medio Oriente, presentavano tutti questa speciale colorazione. Questo perché venivano raccolti con un metodo particolare che non prevedeva subito che i pistacchi fossero sgusciati e lavati. Come succede invece adesso. Il loro aspetto non era quindi molto appetibile, e i produttori iniziarono a nascondere le macchie colorando i gusci di rosso. Successe che anche alcuni coltivatori americani decisero di fare lo stesso. Il consumatore finale si era abituato. A spazzarli via dal mercato sono stati i limiti sulle importazioni e lo sviluppo delle coltivazioni americane. Queste hanno introdotto un metodo che permette di asciugare e sgusciare i pistacchi prima che possano macchiarsi. Non c’era più motivo di tingerli.

*Indagine condotta da mUp Research per conto di American Pistachio Growers a ottobre 2021. Metodologia: 823 interviste CAWI con individui su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta stratificato in età compresa tra 18 e 74 anni.

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