Paste insaporenti, l’offerta è anche 100% made in Italy

Cresce la richiesta di prodotti made in Italy nel comparto delle paste insaporenti. La scelta è su materie prime Dop
Paste insaporenti, l’offerta è anche 100% made in Italy

Insieme a basi, neutri e preparati in pasta, le paste insaporenti sono semilavorati pensati principalmente per agevolare il gelatiere-artigiano nel suo lavoro quotidiano. La richiesta crescente di made in Italy da parte del consumatore è una tendenza confermata anche dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio Immagino GS1 Italy. Il 2021.2 segnala un ulteriore +1,8% del trend di vendite nella grande distribuzione di prodotti con in etichetta richiami alla loro italianità. Le aziende produttrici di ingredienti per la gelateria da sempre selezionano materie prime di alta qualità tipiche della tradizione italiana. “Una scelta che – afferma Unione italiana Food – Gruppo Prodotti per Gelato ricade sempre più spesso su materie prime Dop. E mentre prima si parlava solo di Pistacchio di Bronte o di Nocciola Piemontese, oggi l’offerta contempla un vasto range di possibilità. Come la Mandorla d’Avola, la Liquirizia Calabra, la Menta Piperita del Piemonte, il Mango varietà Alfonso e i Limoni di Sicilia, per fare degli esempi con cultivar specifiche”.

IN TESTA PISTACCHIO DI BRONTE E NOCCIOLA PIEMONTESE

Tra queste eccellenze agricole italiane, il Pistacchio di Bronte e la Nocciola Piemontese sono quelle che hanno avuto maggiore successo, sia in Italia sia all’estero. “Ad esempio – prosegue Unione italiana Food – Gruppo Prodotti per Gelato – si stima che per produrre il gelato artigianale alla nocciola, tra i gusti più amati dai consumatori, ogni anno le aziende di ingredienti acquistino, trasformino e rivendano circa 1.800 tonnellate di nocciole Piemontesi sgusciate. Ovvero circa il 30% del raccolto della varietà Tonda Gentile Trilobata. Che è utilizzato per gelati artigianali italiani ed oltre 3.500 tonnellate di nocciole di altre origini, ad esempio la “Mortarella” romana. Per quanto riguarda il Pistacchio di Bronte, altro gusto molto amato dai consumatori di tutta Europa, vengono invece acquistate circa 1.500 tonnellate di materia prime. Ovvero quasi la metà della produzione totale di Bronte”.

ALLA RICERCA DELLA NATURALEZZA

Il mercato delle paste insaporenti punta su referenze clean label. Cioè senza grassi vegetali idrogenati, coloranti, aromi artificiali, emulsionanti e stabilizzanti. Questo per rispondere alle richieste di un consumatore sempre più attratto dalla “semplicità” dell’ingredientistica e alla ricerca di un gelato dal gusto e dal colore che richiamino quelli originari dei suoi ingredienti.

COMUNICARE L’ARTIGIANALITÀ

Le aziende produttrici di paste insaporenti supportano il gelatiere nel comunicare al consumatore la qualità della sua offerta. Lo fanno fornendo del materiale ad hoc, dalla scheda tecnica al segnagusto. Quest’ultimo, tuttavia “non sempre è gradito – sottolinea Marco Vinci, responsabile Nestlé Professional LAB di Nestlé Italiana. Si spazia, infatti, dal gelatiere che lo pretende a chi preferisce non utilizzarlo nel timore di far percepire come industriale il gusto che si sta proponendo, in contrasto con il concetto di “artigianalità” che si vuole trasmettere”.

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