I colori come ispirazione dai vasi dell’Antica Grecia

Li troviamo nei musei archeologici, li ammiriamo nelle loro vetrine quali oggetti preziosissimi: i vasi realizzati nell’antica Grecia, secondo le tecniche a figure rosse e a figure nere, sono modelli a cui attingere ancora oggi
I colori come ispirazione dai vasi dell’Antica Grecia

Se si pensa all’arte della Grecia antica, il pensiero corre su due binari paralleli. Quello della scultura e quello della ceramica dipinta, una pratica nata per le esigenze quotidiane – per trasportare cibi, raccoglierli, conservarli e servirli – ma diventata nei secoli sempre più raffinata sia nello stile delle decorazioni sia nei contenuti delle scene raffigurate. In particolare, le tecniche per “illustrare” brocche, anfore, piatti e altri manufatti erano principalmente due. Quella a figure nere e quella a figure rosse. La prima fu introdotta a Corinto all’inizio del VII secolo a.C. e veniva realizzata dipingendo le figure – uomini, animali, divinità, battaglie e scene quotidiane – sulla superficie del recipiente mescolando altra argilla con acqua e ossidi di ferro. E rifinendo poi i dettagli tramite leggere incisioni con uno strumento appuntito oppure utilizzando pigmenti rossi o bianchi. Mediante la necessaria cottura, gli ossidi di ferro subivano un processo chimico che li rendeva neri e lucidi, contrastando con la superficie ceramica del vaso che, allora come oggi, risultava color rosso mattone.

LA TECNICA A FIGURE ROSSE

Il livello di dettaglio delle figure nere, però, come si può immaginare, non poteva essere elevatissimo, nonostante l’abilità dei pittori. Si affermò così, attorno al 530 a.C., una nuova tecnica, quella cosiddetta “a figure rosse”. Consisteva nello stendere gli ossidi ferrosi non più a riempimento delle figure bensì del fondo, e tratteggiando con il “nero” tutti i dettagli utili a definire le anatomie dei corpi, le decorazioni, i particolari più minuti delle vesti. Si trattò di un’autentica rivoluzione, che permise agli artisti dell’epoca di realizzare capolavori assoluti, ricchi di espressività e di realismo.

CLASSICITÀ SENZA TEMPO

Ciò che emerge dal sottosuolo reca sempre con sé un fascino misterioso. L’archeologia ci svela un mondo che non conosciamo più, ma che non smette mai di suggestionarci. Allora anche quelle ceramiche millenarie sono capaci di offrire ispirazioni ai maestri della pasticceria e della panetteria, che possono adottare delle decorazioni in nero – siano anche solo delle “greche” geometriche o dei motivi vegetali stilizzati – che su fondo biscottato senza dubbio evocheranno la memoria della civiltà da cui scaturirono molte le culture affacciate sul Mediterraneo, compresa quella italiana.

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