Pasticceria Taveggia, marchi storici alla riscossa

Dopo il successo del marchio Gamberini a Firenze e Bologna, Paolo Maino, Antonella e Alessio Conti vogliono riportare la storica pasticceria meneghina Taveggia alla vecchia gloria
Pasticceria Taveggia, marchi storici alla riscossa

In un momento in cui si parla soprattutto di chiusure e problemi derivati da ormai un anno e mezzo difficile per tutti, quando qualcuno apre è sicuramente una bella notizia da condividere. La pasticceria Taveggia, antico punto di ritrovo milanese per il dolce in via Visconti di Modrone, è infatti in ristrutturazione da settembre, con l’obiettivo di aprire i battenti per il 2022. Stessa insegna storica, una proposta di dolci in linea anche con la tradizione milanese, un gruppo di imprenditori che ha già rinnovato e portato al successo altre pasticcerie con un nome importante alle spalle. I soci all’origine dell’operazione, infatti, sono tre. Alessio e Antonella Conti, che fin da piccoli hanno respirato l’aria che tira nella pasticceria di famiglia, e Paolo Maino, pasticcere dalla lunga esperienza.

IL FUTURO DEL LOCALE

L’idea alla base è quella di riportare Taveggia all’antico splendore, grazie alle conoscenze e competenze che i tre soci hanno accumulato e approfondito durante le loro carriere. Non si tratta infatti di semplici investitori, ma di persone operative del settore, che “mettono le mani in pasta” e che hanno svolto questo lavoro negli anni. Paolo e Alessio si sono incontrati proprio a Milano, nei laboratori di una delle pasticcerie più rinomate della città. Dopo dieci anni di lavoro hanno portato a casa dei riferimenti importanti, che hanno permesso loro di prendere la decisione di tentare la strada da solisti e mettersi in proprio. In primis, Alessio ha iniziato questo percorso insieme alla sorella rilevando la pasticceria Chieli, l’attività della famiglia Conti a Sansepolcro di Arezzo. Ha inoltre approfondito le sue conoscenze recandosi anche in Russia, a San Pietroburgo, dove ha lavorato per il comitato olimpico italiano, girando poi il mondo. Un’esperienza che gli ha permesso di vedere in prima persona non solo altri modi di fare pasticceria, ma anche di imprenditorialità che funziona.

I PRIMI PASSI

Intanto, i due fratelli Conti, cresciuti tra le mura della pasticceria di Sansepolcro, decidono che è arrivato il momento di risollevarla e riportarla al successo. Memori degli anni passati fianco a fianco con il collega e amico Paolo, gli chiedono di elaborare il progetto adatto per superare le difficoltà organizzative che in quel periodo stavano avendo un impatto così negativo sull’attività di famiglia. Paolo non solo acconsente a prendersi carico del progetto, ma anche a impegnarsi in prima persona della sua riuscita. Da lì iniziano i successi e i risultati positivi, portati non solo dal rifiorire della pasticceria, ma anche da una serie di consulenze esterne a imprenditori, che li portano al loro passo successivo a Bologna.

GAMBERINI

Nel capoluogo emiliano iniziano un percorso insieme ai proprietari che avevano rilevato a loro volta la storica e importante pasticceria Gamberini, ormai in dissesto, e attraverso una serie di consulenze riescono dopo due anni a entrare ufficialmente in società. Con la decisione che li contraddistingue nelle loro scelte imprenditoriali, decidono che “o tutto o niente” e sono oggi gli unici proprietari della pasticceria e del marchio Gamberini, che da quel momento diventa anche il loro emblema distintivo. Da qui nasce l’idea di iniziare a pensare in grande. Negli anni successivi si trovano a un passo dall’acquisto del Rivoire, locale anch’esso storico in piazza della Signoria a Firenze e poi arriva l’occasione, che colgono, di acquisire e gestire Il Curtatone, un altro locale molto caro ai cittadini di Firenze, di fianco al Polimoda. Un’acquisizione che avviene nel settembre 2019, con l’inizio dei lavori previsto a gennaio 2020. Appena iniziata, l’opera di ristrutturazione viene bloccata dalla pandemia e i lavori vanno avanti a rilento, permettendo ai tre imprenditori di aprire le porte del nuovo Gamberini Firenze solo nel settembre 2020, obbligati poi a chiudere a causa della zona rossa appena due mesi dopo. A maggio 2021 ricominciano ufficialmente, con una città semideserta abituata a frotte di turisti, che però non scoraggia e non fa venire meno l’impegno, considerando che il Polimoda chiede agli imprenditori e pasticceri di gestire anche i due locali nella loro sede. Gamberini Polimoda è nato così.

TAVEGGIA

E arriviamo infine proprio a Taveggia, di cui ci racconta Luca Morelli, commercialista fidato che ha seguito i fratelli Conti e Paolo Maino in tutte le loro imprese: «Su Taveggia si sentivano tante cose, ho lasciato il mio biglietto da visita per approfondire la questione molteplici volte, ma senza mai avere risposte. Quest’anno (2021, ndr), verso marzo/aprile, è arrivata l’occasione, siamo riusciti a metterci in contatto con i proprietari, che si sono informati e hanno svolto ricerche sulle persone, scegliendo finalmente il marchio Gamberini per riportare il Taveggia ai suoi fasti. Taveggia rimarrà comunque il nome del locale e la pasticceria sarà “made in Gamberini”». Per poter coprire in modo efficiente tutta la Penisola, hanno inoltre predisposto un laboratorio e magazzino a Bologna che farà da centro logistico per i vari punti Gamberini. L’obiettivo è un ulteriore ampliamento a marzo 2022 grazie all’apertura di un corner di 70 metri quadrati alla stazione di Bologna, nato da una collaborazione con la torrefazione Filicori e Zecchini.

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