Il viaggio con Petra Molino Quaglia verso una nuova era della panificazione continua con il terzo appuntamento della rubrica mensile, fatta di passione, farina e lievito: per un viaggio con le future generazioni di bakers.
Irene, la nostra protagonista che ha avuto modo di presentarsi nelle scorse puntate, si racconta attraverso il suo ingrediente: “Perchè fare il pane è un’esperienza che va ben oltre il semplice gesto del cucinare, richiede molta pazienza e delicatezza. Una vera e propria arte che viene con il tempo e la dedizione, e con la fiducia nelle proprie mani, con le quali… tutto alla fine prende forma”.
Il diario di Petra: un viaggio verso la bakery del futuro
All’inizio non è stato semplice. La farina di grano Russello, macinata fresca nel micromolino di Petra, aveva un profumo così intenso che quasi intimidiva. Mi sono chiesta: quanto assorbirà questo impasto? Ho iniziato versando l’acqua poco alla volta, aspettando di capire la consistenza. Quando ha iniziato a tenersi, ho capito che potevo continuare.
E la forza? Non era quella di un impasto tenace: cedeva, si spezzava se lo tiravo troppo. Lì ho capito che dovevo fermarmi e lasciarlo fare il suo corso. L’impasto sembrava vivo, ma fragile. Poco elastico, umido, mi costringeva a rallentare, ad ascoltarlo davvero. Quando ho formato le pagnottine avevo le mani incerte, ma dentro sentivo grande fiducia.
Durante la lievitazione si sono aperte delle crepe sulla superficie, come solchi nella terra arsa dal sole. Pensavo di aver sbagliato qualcosa. E invece no. In forno, tutto ha preso forma. Il profumo ha riempito la stanza. La crosta, ruvida e croccante. La mollica, densa e profumata. Quando ho assaggiato la prima fetta, ho capito: questo pane aveva qualcosa da dire. E io avevo imparato ad ascoltarlo.
Ci leggiamo presto, Irene.