Ritratto dello chef pasticcere Gregory Doyen in divisa bianca.

Gregory Doyen, la tradizione chic del pastry chef giramondo

Dalla cucina della mamma, al mondo intero. Gregory Doyen propone una pasticceria salutare ed elegante, fatta di materie prime eccellenti e attenzione ai dettagli. E ora sbarca negli Usa con i boutique cookies
Ritratto dello chef pasticcere Gregory Doyen in divisa bianca.

Gregory Doyen, classe 1984, francese di origine ma cittadino del mondo è un vulcano di idee. Da quando ha scoperto la passione per la pasticceria, ha lasciato ripetutamente, con coraggio la zona di comfort nella quale si trovava per esplorare terreni nuovi: la formazione prima, l’imprenditoria oggi.

Mi rivedo, sin dall’età di 10 anni – ricorda Gregory – nella cucina in cui mia madre sfornava piatti meravigliosi. Sentivo con chiarezza che, in un modo o nell’altro, quella sarebbe stata la mia strada. Vent’anni dopo e con molti cambi di vita nel mezzo, posso dire di essere riuscito a trovare un equilibrio perfetto tra fare pasticceria a modo mio e trasmettere le mie conoscenze ad altri. Con tanti progetti in testa, tutti da sviluppare”.

DALLA BORGOGNA ALLA CONQUISTA DEL MONDO

D: Quali sono state le tappe principali del tuo percorso formativo?
R:
Direi innanzitutto quando, a 17 anni, ho lasciato casa, amici e paesino in cui ero cresciuto nel sud della Borgogna, per studiare i fondamenti della pasticceria a Digione. Poi, dopo tre anni, ho sentito l’esigenza fortissima di lasciare la Francia per andare all’estero per crescere di più e più in fretta. Prima negli Stati Uniti, dove tutto era molto differente e non c’era una vera e propria tradizione della pasticceria, men che meno alla francese, poi, per 12 anni, a Mosca.

D: Poi è arrivata l’Asia. Che ruolo ha avuto nella definizione della tua professionalità?
R:
Un ruolo fondamentale. I quattro anni al Mandarin Oriental di Taiwan, con un team di 40 persone, mi hanno messo a contatto con le mille sfaccettature del mestiere di pastry chef in un hotel a 5 stelle. Ho lavorato con clienti prestigiosi e celebrities, ho coordinato eventi esclusivi, ho raggiunto una notorietà che mi ha portato poi ad abbracciare il mestiere di formatore in tutto il mondo.

GREGORY, UN PASTRY CHEF MOLTO SOCIAL

D: Che rapporto hai con i social media? Quanto contano nel tuo lavoro?
R:
Ho aperto il mio profilo Instagram nel 2018. Inizialmente pubblicavo solo qualche foto delle mie creazioni, ma ho iniziato a ricevere da subito buoni feedback: a contattarmi sono state in particolare diverse classi, di scuole pubbliche e private in Francia, proponendomi di fare dei corsi. Presto mi sono ritrovato ad avere un calendario fitto di appuntamenti con un anno di anticipo e ho girato il mondo insegnando: Russia, Dubai, Tailandia, Dubai, Gran Bretagna…Prima della pandemia visitavo 50 paesi all’anno, come formatore.

D: Sei tu a gestire direttamente i contenuti?
R:
Sono io che mi occupo di tutto, dalla scelta delle foto e dei video, alla loro pubblicazione. Per me i social rappresentano una occasione di visibilità fondamentale: non ho un negozio, non ho una vetrina fisica in cui proporre il mio stile, ma ne ho una virtuale che definisce il mio posizionamento per il 95%.

Qui la ricetta della Lemon Pie↓

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