Il pranzo adesso si serve in farmacia

Farmacia Alimentare è un progetto che vede coinvolti l’accademia dello chef Niko Romito e un team di farmacisti e nutrizionisti di Aprilia. L’obiettivo? Educare al concetto che buon cibo significa buona salute
Il pranzo adesso si serve in farmacia

Immaginatevi un luogo dove curarsi, anche attraverso il cibo. Un luogo dove acquistare medicinali, e insieme degustare le pietanze più adatte per contrastare il vostro disturbo. Cucinate da uno chef stellato, per giunta. Farmacia Alimentare è il concept che racchiude tutto questo, e la si può raggiungere ad Aprilia, nell’Agro Pontino, a una manciata di chilometri da Latina. Il papà di questo progetto è Marco Cecchini – esperto di finanza con il pallino del mangiar bene per star bene – che, insieme alla sorella Elena, ha messo insieme un manipolo di professionisti dalle competenze complementari e ha dato vita al pensiero più antico del mondo, ossia che il cibo può diventare cura. «Ho sempre desiderato creare qualcosa che fosse utile per la mia comunità – spiega Cecchini – sensibilizzando le persone sul tema del benessere, legato sia a un’alimentazione più corretta sia a un maggior movimento. Cambiando anche il concetto che la tavola debba essere solo e sempre una negazione, trasformandola invece in una possibilità».

LA MISSION

Farmacia Alimentare nasce come supporto alla cura farmacologica, per creare le condizioni tali per cui un farmaco possa avere un effetto più accentuato all’interno dell’organismo. Un altro risvolto della ventata di novità portata da Farmacia Alimentare è aver mutato la percezione della figura del farmacista, che da commesso diventa un professionista capace di risolvere problemi, ascoltando e consigliando, con una buona dose di empatia. «La nostra mission – prosegue Cecchini – è insegnare alle persone che un abbinamento di alimenti diversi, oltre a essere un piacere per il palato, può essere l’inizio di una cura».

IL CONCETTO DI CIBO PER LA SALUTE

Farmaci, alta gastronomia e scienza dell’alimentazione sono dunque gli ingredienti di questa newco in cui un ruolo fondamentale lo svolge l’Accademia di Niko Romito, lo chef tristellato che con grande entusiasmo ha subito aderito. «Farmacia Alimentare è un progetto culturale, di diffusione di una conoscenza importante. Credo che una grande responsabilità del cuoco oggi sia anche rispettare il benessere di chi mangia e di migliorare la qualità della vita di quante più persone possibili. Sono convinto che in futuro andremo sempre più verso un concetto di cibo sano che, attraverso tecniche evolute, capacità creativa ed esperienza di chi lo prepara, sia in grado di “nutrire” chi mangia nel senso più ampio del termine. Nel senso che include necessità, piacere gustativo ed estetico, accrescimento culturale. Oggi chi mangia è sempre più attento e consapevole non solo di cosa c’è nel piatto (e di come è preparato, della storia degli ingredienti ecc.) ma anche della provenienza e della lavorazione delle materie prime. In altre parole, dell’intera catena del cibo».

L’APPORTO DI NIKO ROMITO

Insieme a Niko, Mauro Mazza, tutor dell’Accademia, e Ferdinando Giannone, biologo nutrizionista del team di Cecchini. La scelta di Niko Romito è stata quasi scontata. La sua sensibilità sull’argomento e soprattutto l’esperienza con il Cristo Re di Roma, lo hanno reso il candidato naturale. «Lui e il suo team sono stati subito disponibilissimi verso la nostra proposta ed è nato tra noi un feeling immediato – dichiara Cecchini –. È stato facile confrontarci con lui, la sua esperienza con il sistema sanitario nazionale ha fatto sì che fosse più ricettivo verso certe tematiche». La risposta mediatica non si è fatta attendere ed è stata travolgente. Da ogni parte del mondo sono giunte ad Aprilia candidature per replicare il format di questo strano luogo in cui per l’intera giornata, dalla colazione alla cena, si possono assaggiare piatti gustosi ma “alleggeriti”, frutto di un sapiente bilanciamento di ingredienti e di tecniche innovative.

I MENU

I menu di Farmacia Alimentare si preparano in cinque mesi, grazie alla sinergia tra tutte le figure coinvolte. Come spiega Cecchini: «Ogni piatto è identificato attraverso simboli dietro cui si celano le proprietà degli ingredienti che lo compongono. Si parte da dieci macro aree, che rappresentano le problematiche più socialmente diffuse: si parte dal reflux, le infiammazioni, pelle, capelli, unghie e altri disturbi comuni. Si cercano piatti che facciano sì che, consumati una volta a settimana, possano dare quell’apporto in termini di caratteristiche nutrizionali, tale per cui possano essere affiancati e dare forza a un integratore o a un farmaco». Una volta identificate le aree patologiche, si prepara uno studio sui prodotti di stagione per capire quali possano avere le caratteristiche per supportare una determinata patologia. Una volta stilato un elenco con gli alimenti specifici per ogni disturbo, si inizia a pensare se possano corrispondere a dei piatti legati al territorio, alla tradizione, alla cultura gastronomica italiana. Cercando di formularli in modo che siano più scarichi in termini di grassi saturi e più bilanciati in carboidrati, fibre, proteine. «Noi cerchiamo sempre di avere un piatto provocatorio nei nostri menu – aggiunge Cecchini –. Per l’inverno abbiamo previsto pasta e fagioli senza glutine: una proposta con fagiolo cannellino decorticato, ammollato a lungo, affinché possa essere facilmente digeribile e che possa essere consumato anche da chi soffre di gonfiore addominale. Allo stesso modo, in estate, prepariamo la parmigiana di melanzane, un piatto lussurioso per definizione, ma fatta al forno in modalità frittura, e la serviamo con una passata di pomodoro abruzzese e un parmigiano di 30 mesi, naturalmente privo di lattosio, che viene bollito per poter togliere la parte grassa e mantenere la parte proteica. La percezione che si ha mangiandola non è di un piatto scarico, ma altamente saporito. Tutto ciò grazie alla infinita ricerca su alimenti e accostamenti».

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