Il viaggio con Petra Molino Quaglia verso una nuova era della panificazione continua con il quinto appuntamento della rubrica mensile, fatta di passione, farina e lievito: per un viaggio con le future generazioni di bakers.
Dalle prime domande sulla massa, ai primi esperimenti, con pazienza e dedizione, passo dopo passo, ingrediente dopo ingrediente, dove la chiave è la gradualità e imparare a fidarsi dei tempi, nel pane come nella vita.
Il diario di Petra: un viaggio verso la bakery del futuro
È dalla forma più semplice di pane che ci sia – una classica pagnotta – che è nata la mia smisurata passione per la panificazione. Ad accompagnarmi nelle prime sperimentazioni con gli impasti a lievitazione naturale c’erano proprio loro: le farine Petra.
Ricordo che è stato proprio grazie alla combinazione di Petra 3 e Petra 9 che, per la prima volta, sono riuscita a ottenere un pane profumato, aromatico e ben alveolato all’interno. Grazie al processo di macinazione a pietra, le farine risultano più grezze, profumate, vive, e portano con loro tutta l’essenza del chicco intero: la crusca, il germe, i profumi del campo.
Trovo quindi che trasformarle in pane sia il modo migliore per celebrare il grano e per rendere omaggio a ciò che la natura ci offre. Così, ogni volta che il profumo del pane invade la cucina, sento di onorare la terra. È il mio modo di dire grazie, in silenzio.
APPUNTI DI LAVORO
Mi sono chiesta: quanto tempo serve perché la massa cambi davvero? Ho iniziato con calma, poi ho lasciato che si fermasse un momento. Dopo, ho ripreso aggiungendo il resto e ho capito che la chiave era la gradualità. Quando ha iniziato a reagire bene, l’ho lasciata tranquilla. Il giorno dopo, era pronta.
E io avevo imparato a fidarmi dei tempi.
Ci leggiamo presto, Irene.