Grano duro d’importazione: tra sicurezza, concorrenza e impatto economico

Continua il dibattito sul grano duro in Italia: la campagna straordinaria di controllo filiera coordinata dal Ministro Lollobrigida mette in luce numerosi fattori
Grano duro d’importazione: tra sicurezza, concorrenza e impatto economico

Il primo report della Cabina di Regia interforze sui controlli agroalimentari, coordinato dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ha gettato nuova luce sulla questione del grano duro d’importazione in Italia. Rilasciato il 29 febbraio scorso, il documento enfatizza la salubrità del frumento duro importato – necessario per rispondere alle esigenze di materia prima per l’export di prodotti italiani come la pasta – e la sua piena aderenza alle rigorose normative comunitarie igienico-sanitarie.

Tuttavia, la lettura del report da parte di diverse parti coinvolte solleva interrogativi sulle reali intenzioni dietro questa iniziativa. Italmopa, l’Associazione Industriali Mugnai d’Italia, sostiene che i controlli confermano la sicurezza alimentare, ma sono anche un’occasione per respingere campagne denigratorie che celano interessi di categoria dietro la presunta difesa dei consumatori.

La voce di Vincenzo Martinelli, Presidente Italmopa: sicurezza alimentare e denunce di disinformazione

Vincenzo Martinelli, Presidente della Sezione Molini a frumento duro Italmopa, sottolinea che i risultati dei controlli forniscono una garanzia per l’industria molitoria. La sicurezza alimentare, afferma Martinelli, è un prerequisito inderogabile nelle strategie di approvvigionamento dell’industria. Tuttavia, critica anche le campagne di disinformazione che, a suo dire, nascondono interessi di categoria dietro la presunta difesa dei consumatori: “Invitiamo la nostra Amministrazione in un’ottica di doverosa trasparenza e di rassicurazione dei consumatori, a prevedere un monitoraggio costante e meticoloso della qualità dei frumenti d’importazione e nazionali, e la pubblicazione dei risultati riscontrati, ponendo così termine a quelle attività di sistematica disinformazione che non appaiono più tollerabili e che saranno, ove necessario, perseguite a tutela degli interessi della categoria”.

La Campagna straordinaria di controllo filiera del grano duro

La questione delle importazioni di grano duro in Italia è stata al centro dell’attenzione in seguito all’annuncio del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, riguardo all’avvio di un piano straordinario di controlli a fine 2023

Il Ministro Lollobrigida ha chiaramente indicato la volontà di proteggere l’agricoltura italiana dalla concorrenza sleale. Le preoccupazioni riguardano la sicurezza alimentare e la sovranità del paese nell’approvvigionamento di materie prime cruciali come il grano. Ma quanto questa mossa è guidata da una genuina preoccupazione per la qualità e la sicurezza alimentare, e quanto da una volontà di proteggere gli interessi nazionali contro la concorrenza straniera, rimane al centro del dibattito.

L’impatto economico dell’import di grano duro e il calo delle semine

Il 2023 è stato l’anno della massiccia importazione di grano duro dall’estero. 3 milioni e 140.137 tonnellate di frumento duro importante in Italia da gennaio a dicembre 2023, un incremento del 64,92% rispetto al 2022. Un aumento anche in valore: 1 miliardo e 294,3 milioni, per un aumento di 358 milioni rispetto al 2022 pari al + 38,25%. È quanto emerge dal report di ANACER – Associazione Nazionale Cerealisti sul periodo gennaio-dicembre 2023 . 

Contemporaneamente, il valore del grano duro in Italia è diminuito di circa il 30% rispetto all’anno precedente. A partire da febbraio i prezzi all’origine in Italia del grano duro sono in caduta libera: in base al listino settimanale dell’8 marzo dell’Associazione meridionale cerealisti (Amc), sulla piazza di Altamura, in Puglia, le quotazioni per il frumento duro sono scese a 334-339 euro/t (-18% rispetto alla settimana precedente). Questo calo dei prezzi secondo alcuni attori è causato dall’import massiccio di grano russo e turco nel 2023, aumentato rispettivamente del 1.164 e del 798%.

Contemporaneamente, la riduzione del 10% nelle semine di grano duro in Italia solleva interrogativi sulla sostenibilità della produzione locale e sulla capacità di competere con i mercati esteri. Ciò solleva la questione di come bilanciare la necessità di proteggere l’agricoltura locale con la realtà di un mercato globale sempre più interconnesso.

Granaio Italia: una possibile soluzione?

La riunione del tavolo Granaio Italia, convocato dal Sottosegretario Patrizio La Pietra il 13 marzo, ha sollevato la questione della diminuzione del prezzo dei cereali. Gli imprenditori del settore chiedono trasparenza ed efficienza per affrontare la difficile situazione, suggerendo un monitoraggio accurato delle produzioni cerealicole con la comunicazione, nell’apposito registro telematico istituito nell’ambito dei servizi del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN), delle operazioni di carico e scarico dei quantitativi di cereali e di farine di cereali.

Alla ricerca di un equilibrio

La questione del grano duro in Italia è complessa e coinvolge una serie di interessi contrastanti. La campagna di controlli straordinari può rivelare importanti informazioni sulla qualità e la sicurezza del grano di importazione, ma è fondamentale considerare anche l’impatto economico sul settore agricolo italiano. La discussione dovrebbe estendersi a come promuovere la produzione locale in modo sostenibile, bilanciando la necessità di sovranità alimentare con la realtà di un’economia globale. Trovare un equilibrio tra questi interessi rimane una sfida fondamentale per l’Italia, mentre il settore cerca soluzioni per garantire la qualità, affrontare le sfide economiche e rispondere alle dinamiche del mercato internazionale.

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