Dop e Igp, i campioni del Bel Paese

Dop e Igp non sono solo la punta di diamante dell’economia agroalimentare italiana, ma sono il volano della crescita economica di interi territori
Dop e Igp, i campioni del Bel Paese

Nel 2021, secondo i dati del Rapporto 2022 di Ismea e Qualivita sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane Dop, Igp e Stg, il giro d’affari ha raggiunto il massimo storico con 19,1 miliardi di euro di valore complessivo, in crescita del 16,1% sul 2020. Questo balzo a due cifre porta per la prima volta a quota 21% il contributo della Dop economy rispetto al fatturato del settore agroalimentare nazionale.

Il risultato del vino a denominazione è stato fondamentale per ottenere la crescita, poiché il suo valore è stato di 11,2 miliardi di euro (circa il 58% sul giro d’affari totale della Dop economy) e la sua crescita annuale ha superato il 21%. Anche i prodotti del comparto agroalimentare hanno evidenziato un’ottima performance, sfiorando il +10% e arrivando a un valore di poco inferiore a 8 miliardi di euro.

Dopo il vino, formaggi e carne

Dietro il vino, nella classifica dei prodotti Dop e Igp, compaiono i formaggi (4,68 miliardi) e i prodotti a base di carne (1,95 miliardi).

Per trovare i prodotti più utilizzati nella pasticceria e quelli legati alla panificazione, occorre scendere fino al quarto posto dove compaiono gli ortofrutticoli Dop e Igp, per un totale di 121 denominazioni e 21.249 operatori che generano un valore di 384 milioni di euro alla produzione.

Da sottolineare il fatto che nel 2021 quest’ultimo dato si è contratto dell’1,8% rispetto al 2020: la ragione, secondo il report di Ismea e Qualivita, va individuata nella contrazione dei listini medi all’origine per alcune grandi Igp e in particolare per le mele, che rappresentano il prodotto di riferimento all’interno del comparto con 187 milioni di valore alla produzione, ma hanno perso il 13% anno su anno. A seguire la categoria ortaggi (50 milioni, +22%), frutta in guscio (37 milioni, +22%), agrumi (36 milioni, -7%) e frutta estiva (32 milioni, +7%). Proprio sulle mele si fonda la leadership ortofrutticola del Trentino-Alto Adige, con circa 181 milioni di euro e quindi con un’incidenza di quasi il 50% sul valore totale, davanti alla Sicilia (58 milioni) e al Piemonte (30 milioni).

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