Burō… per un caffè da remoto

Nato a Bologna dall’esigenza di un posto accogliente dove gustare ottimo caffè accompagnato da dolce e salato, sempre aperto per le persone che lavorano da remoto, Burō è figlio degli ultimi anni
Burō… per un caffè da remoto

Estefania Zappatore e Jessica Malaguti sono le due socie e proprietarie di Burō, caffetteria a Bologna, che non solo punta su una proposta di caffè e cibo studiata, ma basa la sua filosofia e modello imprenditoriale su un modo di lavorare che ha caratterizzato gli ultimi anni: lo smart (remote) working.

Ne parliamo con Estefania Zappatore, socia di Burō.

Estefania, qual è la storia di Burō, come e perché è nato?

Abbiamo festeggiato da poco un anno, ma io e la mia socia Jessica stavamo “studiando” questo format già da tempo, visto che noi per prime abbiamo sempre lavorato da remoto, e ci siamo rese conto che all’estero è un’usanza normale portare i propri computer mentre si gusta un buon caffè. Nel periodo della pandemia siamo rimaste a Bologna costrette in casa, ma sempre con la necessità di un posto dove appoggiarci. E a questo punto abbiamo preso la fatidica decisione “non esiste un luogo così? Bene, lo apriamo noi”. Burō per noi non è (solo) un bar: abbiamo curato l’arredamento, il caffè e il cibo per far sì che le persone possano ritagliarsi momenti di qualità, anche lavorando.

Come si configura la vostra proposta?

Proponiamo solo caffè specialty, non abbiamo un altro caffè che non sia 100% arabica e proprio a settembre abbiamo tostato il nostro primo blend. Ogni mese cambiamo torrefazione e affianchiamo il caffè a un menù brunch (uova, bacon e bagels), servito tutto il giorno, e a brioche di pasticceria. Inoltre si possono acquistare monoporzioni o torte che studiamo ogni 2/3 mesi con Briciole Golose, laboratorio artigianale sempre di Bologna, con cui elaboriamo le proposte a seconda dei caffè che abbiamo in lista e della stagionalità degli ingredienti.

Quali sono gli abbinamenti più apprezzati?

La carrot cake o la torta di mandorla con un caffè tondo come quello brasiliano, che è neutro e non va a coprire troppo la mandorla, esaltando invece la carota. Il filtro invece lo consigliamo con i brownie e la cheesecake, con tipologie come il Colombia o il Rwanda che sono più fruttati e provocano un’esplosione in bocca. Per quanto riguarda il salato, in menù abbiamo l’avocado toast che si presta un po’ con tutto, e consigliamo l’Indonesia che va a pulire la bocca lasciando un piacevole retrogusto.

È un’attività molto specifica per cui serve anche molta preparazione, come avete affrontato questo aspetto?

Sia io che Jessica abbiamo fatto vari corsi incentrati sul caffè e tuttora, ogni volta che modifichiamo la proposta, la persona che ci fornisce la ricetta viene da noi, la studiamo insieme e facciamo giornate di formazione presso il nostro locale, assaggiando il caffè e scegliendo le giuste combinazioni, in modo da essere pronte e consapevoli di tutti i passaggi e le caratteristiche di quello che proponiamo. Da ottobre abbiamo anche un barista, scelto proprio perché già molto esperto e inserito nel mondo dello specialty, ma continueremo con la formazione per non lasciare nulla al caso.

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