Hekfanchai adesso è anche Bakery

Con la Bakery, aperta in via Paolo Sarpi, nel cuore di Chinatown a Milano, arriva a quota cinque locali la presenza cittadina della famiglia Hekfanchai, il gruppo che in un anno e mezzo ha portato la cultura gastronomica di Hong Kong in Italia
Hekfanchai adesso è anche Bakery

Dopo il primo bing-shi (冰室, piccola trattoria popolare) in via Padova aperto nell’ottobre 2020, i locali di via Niccolini e di via Sforza ed Hekfan, il ristorante di alta cucina in Brera, arriva il format dedicato alla pasticceria tradizionale di Hong Kong: Hekfanchai Bakery.

Dietro alla nuova apertura del “giovane a cui piace mangiare” (Hek significa mangiare, Fan pasto e Chai giovane), il dream team formato dal founder Eric Yip e lo chef King Cheung, tra i primissimi ambasciatori della cucina honkonghese in Italia.

Tutti i nostri marchi e i nostri piani di sviluppo – dice Eric Yip – ceo di Ecitta Food che comprende i brand Hekfanchai, Hekfan ed Hekfanchai Bakery – si basano sul modello della catena. In particolare per il format Hekfanchai abbiamo in programma di aprire non meno di 50 negozi in tutta Italia. Puntiamo alle aree e ai punti di maggiore flusso di persone come stazioni, aeroporti, centri commerciali, grandi supermercati oltre che alle maggiori città italiane”.

Hekfanchai Bakery

Hekfanchai Bakery, aperta tutti i giorni dalle 11 alle 22, si divide in due spazi. Uno, dedicato alla caffetteria e al bancone con esposte le proposte che variano di giorno in giorno e di stagione in stagione. Dall’altra invece la vetrina dedicata al take-away dove i pasticceri preparano i tipici street food di Hong Kong al momento.

Si va dagli Egg waffle skewer, waffle a forma sferica in stecchini di legno da passeggio fino agli Teamed rice cup cake with red beans, “lecca-lecca” con zucchero e fagioli rossi. C’è anche la Wife cake, una pasta sfoglia ripiena di winter melon conosciuta anche come Sweetheart cake perché tradizionalmente preparata da una donna per l’uomo che ama.

Hekfanchai

Hekfanchai Bakery, aperta tutti i giorni dalle 11 alle 22, si divide in due spazi. Uno, dedicato alla caffetteria e al bancone con esposte le proposte che variano di giorno in giorno e di stagione in stagione. Dall’altra invece la vetrina dedicata al take-away dove i pasticceri preparano i tipici street food di Hong Kong al momento.

Si va dagli Egg waffle skewer, waffle a forma sferica in stecchini di legno da passeggio fino agli Teamed rice cup cake with red beans, “lecca-lecca” con zucchero e fagioli rossi. C’è anche la Wife Cake, una pasta sfoglia ripiena di winter melon conosciuta anche come Sweetheart Cake perché tradizionalmente preparata da una donna per l’uomo che ama.

Hekfan

Il locale di fine dining della catena ha tolto il “giovane”, chai, per sottolineare che qui di street food non c’è niente. Anzi. A Brera, nel centro storico di Milano, il livello è altissimo. Le quattro sale si caratterizzano per eleganza e simbolismi. Ognuna dedicata a un elemento diverso della natura: legno, acqua, fuoco e terra, mentre l’oro è dedicato alla cucina.

Maiale Don Po

Il menù, che cambia stagionalmente, propone diverse formule alla carta o di degustazione. Dai dim-sum come il raviolo cristallo Har Ga ripieno di gamberi o il Bun al vapore ripieno di funghi, a piatti sempre più complessi come il maiale Don Po la cui cottura viene ultimata al tavolo o come l’abalone cotto lentamente nel vino di riso Shaoxing, fino a ricette più riconoscibili come la cascata di noodles fritto in salsa pepe nero con verdure. Incredibile la zuppa stile Duwn, realizzata secondo un complesso metodo di preparazione che prevede la cottura dei singoli elementi (pollo, prosciutto, maiale, funghi) e poi la loro unione, seguita da diversi filtraggi per ottenere un brodo estremamente limpido. Per questo motivo è servita nella ciotola Zon che sul fondo riporta disegni o ideogrammi: se si riesce a distinguerli, è segnale della maestria dello chef.

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