Quel medioevo che sorprende

Eleganza, raffinatezza, fantasia, perizia tecnica: caratteristiche che nel sentire comune difficilmente vengono riferite all’arte medievale. E invece…
Quel medioevo che sorprende

Il Medioevo fu un’età complessa, molto lunga. Durò all’incirca dalla caduta dell’impero romano al XV secolo, ed espresse forme artistiche assai diverse a seconda dei contesti geografici e delle fasi temporali. Le testimonianze figurative di quell’epoca a volte ci paiono rozze, approssimative e decisamente lontane dai modelli rinascimentali che ancora oggi sono così affini al nostro gusto estetico. Ma questo non vuol affatto dire che gli artisti fossero tecnicamente meno capaci dei loro “successori”. Erano gli scopi, i messaggi che intendevano comunicare a differire profondamente, non le abilità. A dimostrazione di quanto l’arte medievale sia “bella”, proponiamo l’immagine di un pluteo. Vale a dire una formella in marmo decorata che in origine faceva parte del pulpito del Duomo di Pistoia.

LA MOSTRA

Fino all’8 maggio la si può ammirare, insieme ad altre sculture magnifiche, a pitture, ricche oreficerie e splendidi codici miniati, nella mostra Medioevo a Pistoia. Una mostra allestita nell’Antico Palazzo dei Vescovi della suggestiva città toscana. Chi ben conosce l’arte romana non esiterà a rintracciare in quest’opera di Taglia di Guglielmo stretti legami con i lacunari dei sofffitti cassettonati di epoca antica. Il rilievo è infatti costituito da uno straordinario rosone centrale con carnosi petali a rilievo da cui si propagano cornici a foglie intervallate da quattro mascheroni “diabolici”. Così è come li definiscono gli studiosi, anche se a noi sembrano un po’ buffi. Negli spazi tra il cerchio e il quadrato della cornice spiccano racemi e rosette realizzati con la tecnica dell’intarsio (le parti scure sono in marmo serpentino nero). La data di questo capolavoro? Sì colloca tra 1160 e 1170. Quanto al maestro che la scolpì, si tratta di uno degli scultori e architetti più famosi dell’epoca. Costui, qualche tempo prima di arrivare a Pistoia per abbellire la cattedrale, lavorò anche nel duomo di Pisa (ma il pulpito che realizzò ora si trova a Cagliari) e in altre città in Toscana.

PISTOIA DA SCOPRIRE

Se ancora avete dei dubbi sull’altissima qualità dell’arte medievale, Pistoia offre molte occasioni per ricredersi. In città si sono conservate intatte o quasi numerose chiese che oggi possiamo definire romaniche. Cioè con il loro caratteristico aspetto esterno a fasce bianche e nere. In facciata compaiono architravi scolpite con figure sacre, e ancora più affascinanti sono i pulpiti di che si incontrano all’interno. Tra i più belli, quello di Giovanni Pisano – ricchissimo difigure che nulla hanno da invidiare al naturalismo dell’arte antica e rinascimentale – conservato nella chiesa di Sant’Andrea. Ma vale la visita anche alla cattedrale di San Zeno per ammirare il monumentale altare in argento di San Jacopo.

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