La storia di Valter Tagliazucchi

La storia di Valter Tagliazucchi

“Sono quarant’anni che faccio dolci, non saprei fare altro, se non cantare. Ho iniziato guardando mio padre Leonardo, che nel 1970 aprì un biscottificio qui a Pavullo. Ero un bimbo di nove anni innamorato della pasticceria. A 14 ero già al suo fianco con il sogno di fare, da grande, il pasticcere. Ora che grande lo sono, realizzo il mio sogno tutti i giorni.

I biscotti del Frignano, senza olio di palma e con ingredienti naturali e controllati, sono ancora un caposaldo della nostra pasticceria, ma accanto ho messo tutta la mia voglia di scoprire, sperimentare e crescere. Quella voglia che, nel 1984 a poco più di vent’anni, mi ha spinto ad aprire il primo locale. In testa avevo grandi sogni e al fianco la mia più grande compagna di avventura e lavoro: Patrizia, mia moglie. Da lì è iniziato il mio percorso di studio e approfondimento. Migliorarmi è stato fin da subito un mio obiettivo che ancora mi accompagna. Ho studiato i manuali dei più grandi pasticceri del mondo, in primis Iginio Massari, e mi sono confrontato con maestri come Danilo Freguja, Teresio Busnelli, Crisitan Beduschi e Achille Zoia.

La prima pasticceria ha lasciato il posto a un locale più complesso in cui alla proposta dolce abbiamo affiancato la caffetteria. Sono stati anni intensi, creativi, pieni di soddisfazioni. Ma ho capito che non era la mia strada e sono tornato al mio grande amore. Con l’apertura di questo locale ho voluto puntare su una produzione sempre più di qualità, lavorando sui lievitati e portando avanti la mia ricerca sui canditi e sulla farina per esaltare il mio lievito madre: 90 anni di vita che mi fu donato ormai 30 anni fa da Nino (Danilo Freguja, ndr).

Siccome fermo non so proprio stare, accanto a Sigep, manifestazione a cui partecipo fin dalla prima edizione, ho cominciato a partecipare a competizioni internazionali. Nel 2002 la Torta di Montecuccoli, a base di mandorle e cioccolato fondente dedicata al condottiero pavullese Raimondo Montecuccoli, mi valse il quindi posto su circa duemila concorrenti al Grand Prix della Pasticceria di Vienna e con Rosa Nera ho conquistato il primo posto al Gran Premio di Barcellona. Ricordo benissimo le parole di Patrizia: ma dove vuoi andare con quel dolce lì?. Quando l’ho chiamata per dirle che avevo vinto il primo premio, non ci credeva.

Nel 2007 ho vinto l’oro al Chocolate-Master con Passione Rossa, che ho dedicato a Enzo Ferrari.

Il cioccolato è una mia grande passione, ma il grande amore sono i lievitati. Davide Paolini, che con Radio24 è sostenitore del panettone tutto l’anno, mi ha fatto conoscere professionisti di altissimo calibro. Lo Spaziale è un dolce che, come tutti i panettoni, dà il meglio di sé a luglio e agosto. Incredibile, vero? Sembra una delle mie solide battute, invece è chimica: il burro fonde a 30°C e d’inverno il panettone non può risultare così morbido e fondente al palato come lo è in estate. Basta provare.”

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#Dolceicona – “Panettone Spaziale”

Il nome lo ha suggerito il maestro cioccolatiere Danilo Freguja che, quando lo assaggiò la prima volta, disse: «Valter, questo panettone è spaziale». E così è rimasto “spaziale”, un po’ per gioco, un po’ perché, come racconta Valter «credo che lo sia, grazie alla selezione delle materie prime che ricerco con cura e al mio lievito madre, donatomi da Teresio Busnelli 30 anni fa. Possiamo variare le ricette quanto vogliamo, essere creativi e alternativi, ma il lievito resta l’anima di un panettone. Un’anima che va curata come un bambino e ascoltata: quando il lievito lo richiede, faccio le 12 ore di rinfresco con tre ripetizioni a scadenze regolari. Una volta pronto deve profumare di farina e alcol. Lo usiamo per tutti i nostri lievitati, per i dolci da ricorrenza, le brioche e il panettone delle rose».

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