Nessuna ulteriore dichiarazione da parte del colosso web TripAdvisor, dopo il comunicato che ha reso noto sul suo sito nel quale ritiene ingiustificate le conclusioni di Antitrust in merito alla sanzione amministrativa di 500mila euro, notificatagli il 22 dicembre 2014.
Il portale mondiale di recensioni, che nasce con l’intento di rendere democratico il sistema di valutazione delle strutture ricettive attraverso la totale libertà di giudizio da parte del suo pubblico internet, subisce per la prima volta – nonostante i già accesi diverbi in merito – un reale punto di arresto, o per lo meno di riflessione. Ancora due mesi di tempo all’incirca quelli a disposizione della società di diritto americana TripAdvisor LCC che gestisce il sito www.tripadvisor.it e la rispettiva italiana, TripAdvisor Italy srl, per dichiarare ufficialmente quelle che saranno le loro prossime mosse in merito, rispetto al divieto di ulteriore diffusione e continuazione della pratica commerciale considerata scorretta. Una presa di posizione quella dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che non trova tanto stupore nell’opinione comune, siccome già da qualche tempo e in maniera diffusa anche tra gli stessi utilizzatori del sito serpeggiava il pensiero che l’integrità del meccanismo di valutazione si fosse in una qualche maniera fatta alterare. Lo stesso gastronauta Paolini, in una puntata andata in onda su Radio24 l’1 marzo 2014 – intitolata per l’appunto “Il sistema TripAdvisor: democratico o inattendibile?” – aveva dato voce ai molteplici scontenti che l’applicazione statunitense aveva lasciato sulla sua strada. Tra questi, numerosi i ristoratori che si erano sentiti truffati in prima persona, dichiarando ricorsi, denunce, querele, rispetto a valutazioni non veritiere che erano state pubblicate nella loro sezione del sito. Addirittura un meccanismo chiamato TripAdvisor Success, ora oscurato e introvabile tra le pagine web, che acclamava a gran voce promesse di questo genere: “Ottieni la più alta valutazione possibile rapidamente … tutto prenotato … previeni le recensioni negative … sette giorni di prova”. Il tutto a modiche cifre. Si fa per dire. Diffuse circostanze improbabili dimostrano l’esistenza di questo meccanismo di infangamento del sistema; non mancano tra i ristoratori scontenti, chi ha ricevuto recensioni durante giorni di chiusura e chi si è trovato a leggere commenti su piatti mai comparsi in menu.
A questo punto non resta che rimanere in attesa delle future manovre, che potranno vedere il gigante delle recensioni pagare la multa e probabilmente ammettere un mea culpa, oppure perseverare con un’impugnazione del provvedimento, percorrendo quell’iter giuridico che ormai infrequentemente riesce ad avere azione effettiva nell’immediato.
La sanzione a Tripadvisor
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