Il futuro riparte dai giovani

Il futuro riparte dai giovani

Come non parlare di giovani nell’editoriale di un numero quasi interamente dedicato a loro. L’Italia è il popolo della reazione e non della rassegnazione, e mai come in questo periodo “sbandato” le giovani generazioni sembrano essere depositarie di riposte adeguate per uscire dal loop, da quel circuito chiuso in cui ci troviamo, per cui i “vecchi” non sanno rinnovarsi e neanche dare fiducia ai giovani. Gli italiani di domani sono i giovani d’oggi, e tanti di loro sono appassionati, carichi d’idee (magari strane per chi ha già tanta esperienza) e pronti a lavorare nottetempo per raggiungere risultati, per crescere in competenze e soddisfazioni. Un atteggiamento positivo contagioso (come quello degli chef del Parkhotel Laurin, servizio a pag 52), che genererebbe altri stimoli, altre idee, altro lavoro, e di conseguenza gioverebbe all’economia dell’intero Paese. Sappiamo però che tanti tasselli sono da sistemare e altri sono da (ri)costruire per creare le condizioni necessarie affinché “tutto giri”: le imprese siano incoraggiate ad assumere, ad investire (sui giovani talenti, sulle tecnologie, sui servizi, sulle strutture), in una parola ad essere felici di crescere, senza sentirsi strangolate dalla pressione fiscale (vedi la nostra inchiesta su giovani&lavoro a pag 40). Trovo acuto, profondo e divertente il libro di Beppe Severgnini (citato anche a pag 42.) che si intitola per l’appunto “Italiani di domani”, una guida pratica del giovane/adulto in cerca di lavoro, ma più in generale un’utile lezione di vita, d’atteggiamento verso noi stessi e il prossimo. In questo libro la famosa penna del Corriere, in barba al pessimismo diffuso, promuove la rincorsa dei sogni e delle speranze. Per farlo lo scrittore individua 8 porte sul futuro, otto suggerimenti che aiutano a trovare coerenza tra ciò che si “dà” e ciò che si riceve, dagli altri e dalle Istituzioni. Fondamentali, come in ogni società, le figure dei maestri (di cui scrive Monica a pag. 98) che amano trasmettere senza trarne alcun vantaggio. I maestri devono essere “minatori di talento”, far capire ai giovani qual è la loro strada e aiutarli ad affinare le loro capacità. Quando poi il talento coincide con la passione, ci troveremo di fronte a quel mix geniale di uomini e donne, di cui l’Italia è ricca. E.Cugini

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