Arte: una tradizione della famiglia Ferrario di Italmill

Arte: una tradizione della famiglia Ferrario di Italmill

Amore per l’arte e la cultura, una vocazione della Famiglia Ferrario, proprietà dell’azienda Italmill SpA, che questa volta arriva fino al Salento, sostenendo il restauro di una parte importante dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, affidata in concessione al FAI – Fondo Ambiente Italiano dal 2012

Nel Salento, terra vocata ai sapori semplici ma forti, si scopre, nell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate del XII secolo, tipica espressione del Romanico otrantino, anche la Stanza del Mulino e la Stanza del Forno.

Dalla metà del XII secolo infatti i monaci basiliani, riparatisi in Salento per sfuggire alle persecuzioni iconoclaste di Bisanzio, abitarono stabilmente Cerrate, dove, secondo le fonti, fondarono una biblioteca e uno scriptorium e l’abbazia da centro spirituale si trasformò in Abbazia agricola, con produzione di beni alimentari quali pane, olio e vino.

Grazie al sostegno della Famiglia Ferrario, le due Stanze, che riconducono alla tradizione molitoria dell’epoca, la Stanza del Mulino e la Stanza del Forno, il cui restauro si è appena concluso, vengono definitivamente restituite al pubblico, per raccontare la storia del pane del Salento.

La Stanza del Mulino tornerà a vivere grazie all’intero restauro della grande macina, che verrà riposizionata nell’alloggio originale, mentre la Stanza del Forno verrà adibita a Laboratorio per far si che tutti possano familiarizzare con la farina e l’arte di fare il pane.

Testimonianza di quanto l’arte bianca vanti, ogni dove in Italia, un’antica tradizione che merita attenzione.

L’amore per l’arte appartiene da sempre alla Famiglia Ferrario “siamo soci FAI dal 2000 e ci faceva piacere contribuire in modo concreto al recupero delle bellezze italiane. L’oggetto del restauro era assolutamente in linea con la nostra storia di azienda leader nelle farine, Italmill SpA”.

Le parole del Dott. Filippo Ferrario, figlio del Dott. Enrico Ferrario e Vice Presidente dell’azienda, esprimono in sintesi la motivazione di un nobile gesto che ha consentito di restituire al pubblico la fruibilità di un bene artistico di altissimo valore che comprende anche un pezzo di storia importante della tradizione molitoria e dell’arte della panificazione italiana.

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