| Classe | 1991 |
| Titolare o contitolare? | si |
| Esperienza nel settore | 15 anni |
| Web/social azienda | IG: @coce_bakery IG: @mazzocca_giuseppe |
| Segni particolari | Grande capacità organizzativa e precisione |
| Progetti futuri | Ricerca e valorizzazione dei produttori locali, diventare insegnante e trasmettere le tecniche e la passione ai più giovani |
| Motto | L’esempio è la più alta forma d’insegnamento |
Nel percorso di Giuseppe Mazzocca, pane e lievitati non sono mai stati solo un prodotto, ma un richiamo costante, un linguaggio da imparare e reinventare. Comincia a lavorare nei ristoranti prima del diploma, attraversa cucine iconiche come Da Caino, Casa Perbellini e Montpeliano, fino ad approdare a L’Alchimia di Milano. Qui, da pastry chef e lievitista conquista, con Davide Puleio, la stella Michelin e due titoli personali che ne sanciscono il talento. Dopo oltre dieci anni nella ristorazione stellata, però, sente la necessità di un cambio di traiettoria: “avevo bisogno di tornare a un rapporto più umano e quotidiano con gli impasti”, racconta. A Parma diventa lievitista da Ciacco, dove riscopre una gestualità più pura, fatta di ascolto e sensibilità. Nel 2024 avvia Coce Bakery con la compagna, Chiara Masino: un progetto che esplode subito, con i Due Pani del Gambero Rosso e il premio “Bakery dell’anno”. Nel 2025 rappresenta Parma City of Gastronomy all’UNESCO DN*A Festival di Dénia.
Il tratto che lo contraddistingue è l’eco della cucina d’eccellenza: organizzazione impeccabile, cura maniacale dei dettagli, una visione da laboratorio gastronomico. “Il pane, i lievitati, meritano la stessa precisione di un piatto da ristorazione: infusioni, estrazioni, fermentazioni controllate, voglio che nei lievitati si percepisca una profondità di gusto non convenzionale”.
Per lui impastare è un gesto tecnico, sì, ma anche emotivo: “il lievito madre ti costringe a essere presente. È un compagno di lavoro che non perdona le distrazioni, ma ti ripaga con sincerità”.
Il futuro guarda verso territori ancora più vicini: grani antichi, farine vive, piccoli agricoltori da valorizzare. E una nuova sfida: trasformare la ricerca in insegnamento. “La didattica è un modo per restituire, per far crescere la comunità del pane”.
Nel suo cammino ci sono guide che hanno lasciato un’impronta profonda. Ezio Marinato, prima voce autorevole nei lievitati: “ho studiato il suo libro fino a rovinarlo. Oggi è un amico vero, un confronto costante”. E Davide Longoni, che gli ha mostrato il pane come gesto culturale: “il suo pensiero sui grani e sulla fermentazione naturale ha cambiato la mia visione”. Coce nasce da tutto questo: rigore, tecnica, radici e un’idea di panificazione che ha il respiro di un racconto. Un luogo che cresce rimanendo fedele al suo cuore artigianale.