Serena Tornusciolo

Attività autonoma _ Pettorano sul Gizio (L'Aquila)
Serena Tornusciolo
Classe1987
Titolare o contitolare?Attività autonoma
Esperienza nel settore4 anni
Web/social aziendaIG: @serena_tornusciolo
Segni particolariDeterminazione e passione per la materia prima, per imparare e insegnare a mangiare con cura
Progetti futuriAprire un forno nel proprio paesino che sia allo stesso tempo accessibile dall’esterno, per accogliere un laboratorio moderno e ricco di nuove idee creative attorno al pane
Motto“Da quando ho capito cosa significa mangiare con cura, non ho più smesso di farlo. Questo voglio trasmettere ai miei clienti quando sforno il mio pane”

“All’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo ho capito fino in fondo cosa significa mangiare con cura e non ho più smesso di farlo”, così si presenta Serena Tornusciolo, panificatrice e amante della natura proveniente da Pettorano sul Gizio, un piccolo borgo abruzzese inserito nella Riserva Naturale Regionale Monte Genzana alto Gizio, da dove derivano i grani antichi, che con il lievito madre di segale vanno a comporre il suo mezzo di dialogo: il pane.

Attualmente panificatrice dall’attività autonoma, i piani per l’immediato futuro comprendono l’apertura del suo forno con piccolo laboratorio nel paese in cui vive e si è trasferita da 4 anni, un piccolo borgo dell’appennino centrale a rischio di spopolamento. “Ho la voglia di ripopolare e portare al centro della comunità l’elemento pane come simbolo di unione e speranza, oltre che come servizio alla popolazione stessa. Un pane fatto con farine non raffinate e lievito madre, che evolve durante la settimana, sempre pronto per essere gustato”.

Dopo un percorso universitario, Serena passa agli stage formativi presso forni di maestri di rilevanza nazionale e internazionale: Pezz de pane con Roberta Pezzella a Frosinone; Monika Walecka a Varsavia “qui sono giunta tramite un incontro casuale e così fortunato con una giornalista del settore, dove ho sperimentato la panificazione nordica”; passando poi da Zampa di Giacomo Carlizza “dove ho vissuto la prima apertura e sperimentato le farine dei grani antichi, pizza e focaccia”; per terminare la formazione con due stagioni da Gregorio Di Agostini con produzione di grandi lievitati e sfogliati.

“Un mondo che mi affascinava tanto quello delle fermentazioni, che si è unito alla ricerca delle materie prime, unendo la mia provenienza di campagna che mi spinge a conoscere sempre il produttore da cui acquisto il prodotto”.

Il pane resta per Serena il primo mezzo con cui dialogare. “Un pane a cui sono particolarmente legata e che è tornato più volte durante i miei percorsi è quello di segale, difficile a mio parere da far bene e dalle proprietà e valori nutrizionali unici. Una scelta di pane consapevole per prendersi cura di sé. Sono legata a questo prodotto anche per le radici della zona in cui vivo. La battaglia che voglio portare avanti è legata al passato in cui il pane nero era associato alla carestia e alla materia meno pregiata, mentre oggi è sinonimo di attaccamento alla terra e ai suoi sani valori, quelli che voglio trasmettere. È il pane che mi rappresenta e che fa ponte tra quello che è stato il mio inizio e quello che vorrò portare nella mia attività”. Un’attività che sui social si presenta con un profilo molto curato dai colori del pane, quasi a poterlo assaporare.

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