
Classe | 1976 |
Titolare o contitolare? | Si |
Esperienza nel settore | da oltre 10 anni |
Web/social azienda | IG: @tildeforno @marisolmalatesta |
Segni particolari | Panificatrice e artista, porta avanti queste due anime legate dall’importanza dei gesti e della manualità |
Progetti futuri | Continuare a crescere in modo sostenibile, come fatto finora, e ampliare le attività artistiche legate alla valorizzazione del pane |
Motto | “Utilizzare l’arte per valorizzare il pane e viceversa, prediligendo i rapporti che vengono dal territorio nella selezione di materie prime e ingredienti” |
Prima ancora di essere una panificatrice, Marisol Malatesta è stata ed è tuttora un’artista: “il mio percorso è stato di sicuro diverso da quello di molti. Parto come pittrice e scultrice, nata e cresciuta in Perù, e arrivata a Londra per un Master in Fine Arts. A Londra ho incontrato Simone (Conti, ndr) che mi ha introdotto nel mondo della panificazione e da lì la mia strada ha preso una svolta”, spiega Malatesta. Il lavoro artistico, e soprattutto quello manuale, continuano a contraddistinguere la vita professionale di Malatesta, che insieme a Conti decide di venire in Italia e aprire Tilde Forno Artigianale a Treviglio, in provincia di Bergamo. Un luogo che diventa non solo un laboratorio di panificazione, ma anche uno spazio culturale, dove Malatesta porta le sue idee ed esperienze, insegnando e imparando a sua volta da Conti tutto quello che ha a che fare con il pane. Quest’ultimo ha una tecnica molto definita e precisa, frutto anche di due master a Londra, che gli danno un’impronta nel modo di lavorare e concepire il pane.
“Sicuramente in otto anni la concezione di pane è cambiata e si è evoluta, ma noi abbiamo mantenuto questa idea fissa di prodotto del territorio, lavorando con gli agricoltori locali e con farine italiane che conosciamo bene. C’è un rapporto diretto, che per noi è importantissimo, come lo è la materia prima: da qui abbiamo approntato un processo delicato, che ha alla base il non toccare troppo le farine, procedendo in modo lento, con il lievito madre”, aggiunge Malatesta. Una filosofia che ha portato la coppia, due anni e mezzo fa, ad acquistare un piccolo molino a pietra, così da macinarsi direttamente una parte della farina, e “fornire al pane quell’integrità così come la vogliamo noi”.
Un grande classico di Tilde è la “Vecchia verità”, un pane semintegrale, bilanciato e ovale, da cui partono poi tante altre tipologie. Nel futuro del panificio, Malatesta vede “un continuum rispetto a come stiamo lavorando ora, per continuare a crescere in modo sostenibile”, ma non tralascia la sua passione artistica: “tutti gli anni organizziamo una mostra di artisti e artigiani che in qualche modo parlano di pane, il sogno è far sì che questa occasione diventi ancora più grande, per facilitare un incontro in cui arte e pane dialogano insieme”.