Classe | 1988 |
Titolare o contitolare? | Si |
Esperienza nel settore | 15 anni |
Web/social azienda | IG: @pasticceriamagno |
Segni particolari | Divertirsi sul lavoro e avere il piacere di fare ciò che fa |
Progetti futuri | Fare un altro figlio e fondare una gelateria. Se dovesse scegliere tra le due cose, però, rinuncerebbe alla gelateria |
Motto | Non mollare mai nemmeno nelle situazioni più complicate e ingarbugliate e, soprattutto, lavorare e vivere sempre con il sorriso. |
Quando si dice il caso: Roberta Magno si laurea in psicologia ma, al termine del lungo corso di studi, si accorge che fare la psicologa non è quello che vuole. La sua passione è la cucina e così inizia a mandare curricula in giro per l’Italia quando, e qui entra in gioco il destino, si ricorda di un suo coinquilino con cui condivideva la casa quando era in Portogallo per il periodo Erasmus, che le aveva detto di avere un cognato cuoco. Il cognato era Rocco Iannone all’epoca una stella Michelin con il ristorante pappaCarbone di Cava dei Tirreni. “Andai a conoscere chef Iannone – ricorda Roberta – e gli dissi subito che io non avevo fatto nessuna scuola specifica. Le uniche esperienze in cucina erano i passaggi, in estate, in ristoranti alla buona. Lui mi rispose che per essere un cuoco non serviva la scuola, era invece importante imparare sul campo. Così entrai in questa cucina stellata inizialmente a fare preparazioni e affiancando il pasticciere per i dolci e i salati come il cestino del pane o l’aperitivo di benvenuto. Avevo anche mansioni meno importanti come pulire il pesce, le verdure…”.
Passa un anno e Roberta si sente pronta per il grande salto. Si trasferisce a Milano e comincia a lavorare da Giallo Zafferano. “Ricordo quel periodo con grande affetto. Era il 2011 e mi godevo il bello di lavorare in cucina senza avere orari massacranti. Essendo una cucina dentro a una redazione, facevo orario d’ufficio e avevo tutti i fine settimana liberi. Una situazione ideale”. Qui Roberta diventa l’idolo delle lettrici mentre dagli addetti ai lavori non viene riconosciuta come una vera pasticciera. Così molla il progetto Giallo Zafferano, passa per l’Hotel Principe di Savoia sempre a Milano per approdare, guidata dall’amore per il novello marito, in terra d’Abruzzo, nella provincia di Teramo.
Qui si scontra con la dimensione del luogo e quindi riparte alla volta di una nuova esperienza: lavorare con Denis Dianin. “Da Dianin – conclude Roberta – ho stravolto la mia idea di pasticceria. Ho imparato il più possibile facendo domande a raffica. Ricordo che il primo giorno mi sono disegnata la mappa del laboratorio perché avevo capito che le macchine erano disposte in modo ben preciso per facilitare il lavoro. È stata sicuramente un’esperienza formante tanto che dopo qualche mese, quando sono tornata a casa, avevo un progetto ben preciso: aprire una mia pasticceria. E così è nata la pasticceria che porta il mio nome”.