Mercato libero dell’energia: consigli per orientarsi

Mercato libero dell’energia: consigli per orientarsi

È giunto il momento per le Pmi – e presto per le microimprese – di lasciare il mercato tutelato dell’energia e scegliere un fornitore del mercato libero. Abbiamo chiesto ad alcuni operatori qualche consiglio sul passaggio

Lo scorso primo gennaio è stata la data che ha ufficialmente segnato la fine del mercato tutelato dell’energia per le Pmi. Le imprese in bassa tensione devono quindi lasciare il servizio a maggior tutela e affidarsi ai fornitori che operano nel mercato libero. In particolare la deadline riguarda le imprese con un fatturato tra i 2 e i 10 milioni di euro e un numero di dipendenti tra 10 e 15. Le imprese rientranti in questa categoria che ancora non hanno effettuato il passaggio confluiscono in una sorta di mercato transitorio, per un massimo di sei mesi. Viene assegnato loro un fornitore d’ufficio, in via provvisoria affinché non restino senza fornitura. Per le microimprese con meno di 10 dipendenti e un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro, così come per le utenze domestiche, il termine per il passaggio è fissato invece al prossimo 1 gennaio.

IL SERVIZIO È IL VERO RISPARMIO

Il prezzo non è l’unico elemento da considerare. Prima della scelta del fornitore di energia è indispensabile valutare con attenzione i propri consumi per scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze. Per gli amanti dell’autonomia, ci sono fornitori che consentono di sottoscrivere contratti anche online. Tutti mettono a disposizione consulenti qualificati che sono in grado di offrire supporto nelle diverse fasi. I servizi offerti al cliente (assistenza e consulenza, per esempio) sono un aspetto da tenere in grande considerazione.

CAPIRE LE OFFERTE

Le offerte si distinguono in due macro categorie, quelle a prezzo fisso e quelle indicizzate o a prezzo variabile. Le offerte a prezzo fisso prevedono che il costo per kWh rimanga lo stesso per l’intera durata del contratto. All’interno di queste offerte si può scegliere tra tariffe monorarie, che restano costanti nell’arco della giornata, e tariffe multiorarie, dove si distinguono due o tre fasce orarie in cui l’energia ha un costo diverso. Nelle offerte a prezzo fisso l’importo in bolletta dipenderà esclusivamente dal consumo, indipendentemente dall’andamento dei prezzi del mercato all’ingrosso. Non ci saranno dunque aumenti inaspettati, ma nemmeno eventuali diminuzioni. Optando per un’offerta a prezzo indicizzato, invece, le variazioni del costo dell’energia sono legate alle oscillazioni dei prezzi del mercato all’ingrosso (le tariffe del mercato tutelato sono indicizzate e variano ogni tre mesi in base all’andamento del mercato).

mercato libero

LEGGERE LA BOLLETTA

Attenzione alle varie voci della bolletta. L’importo della fattura comprende le spese per la materia prima, per il trasporto e la gestione del contatore, gli oneri di sistema, le altre partite e le imposte. Spese di trasporto e gestione e oneri di sistema sono stabiliti da Arera, le imposte le fissa lo Stato, mentre nelle altre partite si inseriscono i costi una-tantum, come gli interventi tecnici, fatturati dal distributore, ma su cui i fornitori potrebbero applicare un ricarico. La spesa per la materia prima, a sua volta, è composta da costi fissi e variabili. Il prezzo dell’energia (PE) viene deciso dal fornitore ed è espresso in kWh. Poi ci sono il prezzo del dispacciamento (PD), che riguarda il mantenimento della rete elettrica, il prezzo di perequazione (PPE, solo per il mercato tutelato), il prezzo di commercializzazione e vendita (PCV) che copre le spese per la gestione clienti, e il prezzo componente di dispacciamento (DSPbt). Il fornitore può agire su PE, PD e PCV. Non basta quindi confrontare i diversi PE per valutare la convenienza di un’offerta. Fonte: nen.it

LA SOSTENIBILITÀ È SEMPRE PIÙ IMPORTANTE

La maggior parte dei fornitori ha offerte di energia che potremmo definire “green”. Scegliere in questo senso dipende dalla sensibilità del singolo, ma è bene ricordare che anche i consumatori danno crescente importanza a questi aspetti. Secondo una ricerca di Euromedia, infatti, è emerso che il 49,7% delle aziende sono consapevoli che il tema della sostenibilità e dei cambiamenti climatici avranno un forte impatto sul loro business nei prossimi cinque anni. Una scelta di questo tipo, quindi, potrebbe trasformarsi in un vantaggio di immagine e in un valore da comunicare.

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