In diretta dagli USA: i tanto amati zuccherini arcobaleno anni ’90 stanno tornando sulla cresta dell’onda e, dall’essere considerati un prodotto da supermercato, stanno acquisendo la dignità di ingrediente per alta pasticceria, grazie ai social media
La premessa sul nome è necessaria: in America li chiamano rainbow sprinkles, funfetti, jimmies, o unicorn food (ovvero: il cibo degli unicorni), in Europa sono i nonpareils che si traduce dall’inglese come il non plus ultra o gli impareggiabili e, a differenza dei cugini americani, hanno forma sferica anziché cilindrica; mentre in italiano il termine più corretto sembra essere zuccherini arcobaleno.
Inventati negli USA attorno al 1920, gli sprinkles sono fatti di zucchero, di varie lunghezze e di sgargianti colori artificiali. Il loro boom è iniziato nel 1989, quando Pillsbury introdusse un preparato per torte multicolore (Funfetti cake mix), con una base bianca e gli zuccherini arcobaleno per guarnire, inclusi nella confezione. La svolta rivoluzionaria è stata che gli sprinkles servivano non solo per decorare l’esterno del dolce, ma anche a colorarne l’interno: nel forno caldo, gli zuccherini si sciolgono e si mescolano all’impasto creando strisce e macchie coloratissime che istantaneamente rendono le torte ordinarie obsolete per un certo tipo di pubblico: i bambini. Tutti coloro che sono cresciuti negli anni ’90 si ricordano bene che per avere una festa di compleanno di successo gli zuccherini arcobaleno che ricoprissero torte e pasticcini erano imprescindibili. Era come se la vaniglia e il cioccolato fossero scomparsi.
La Foodblogger e pasticcera americana Molly Yeh, ventisettenne e bambina degli anni ‘90, è una delle principali portavoce dell’esplosione della mania arcobaleno: “sono così fotogenici!” ha spiegato in un’intervista al New York Times. “Io li metto dappertutto! Li uso come se stessi guarnendo un piatto con il prezzemolo, e fanno sembrare tutto festoso. Abbiamo un’ossessione nostalgica per gli zuccherini arcobaleno e siamo la prima generazione a crescere con i social media. La combinazione delle due cose spiega perché i funfetti siano ovunque sul web.”
Il fenomeno degli zuccherini arcobaleno infatti ha completamente invaso i social media e sia Pinterest che Instagram pullulano di torte, pasticcini, leccalecca e gelati ricoperti dalle praline multicolore. Stando ai dati di Pinterest, l’anno scorso, gli utenti tra i 25 e i 34 anni hanno salvato il 260% di immagini relative agli sprinkles in più dell’anno precedente. La loro natura così foto-friendly ha fatto sì che i funfetti si elevassero da prodotto da supermercato, a ingrediente dell’alta pasticceria, passando dai biscotti ai waffels, dai cocktail ai croissant, dai macarons alle gigantesche torte nuziali.
Al Faun, ambizioso ristorante di New York, come piatto di formaggi viene servita una fetta di gorgonzola ricoperta da zuccherini arcobaleno. Al Black Tap, una piccola catena di Manhattan conosciuta per i suoi esagerati milk shake, una delle specialità è un alto frullato di vaniglia, sormontato da una fetta di torta appoggiata sul bordo del bicchiere. La panna montata è accumulata sopra, e la creazione intera (compreso il bicchiere) è adornata con zuccherini arcobaleno. E anche la catena Big Gay Ice Cream ha come marchio di fabbrica il cono di gelato alla vaniglia ricoperto di sprinkles. Al matrimonio di Molly Yeh l’anno scorso, gli invitati hanno lanciato zuccherini arcobaleno al posto del riso.
In Italia la mania arcobaleno sembra essere ancora sotto controllo, ma possiamo aspettarcene l’esplosione da un momento all’altro.
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