Mano che tocca spighe dorate in campo di grano antico al sole.

Alla scoperta dei cereali perduti

Mano che tocca spighe dorate in campo di grano antico al sole.

Grani antichi: moda o necessità? Quali colpe ai grani moderni? Cereali alternativi: valgono veramente di più? Su Dolcesalato di maggio abbiamo cercato di dare qualche risposta dando voce a diversi esperti, considerando che la ricerca e il dibattito su questi temi sono molto accesi.

Probabilmente non “si stava meglio quando si stava peggio”, ma ormai siamo consapevoli del fatto che il progresso scientifico, a braccetto con l’interesse economico di certe lobby, abbiano condotto alla perdita della biodiversità cerealicola che caratterizzava il nostro paese. La dieta alimentare dal secolo scorso si è andata via via incentrando sul consumo esclusivo di farina di frumento, delle varietà moderne, senza dubbio migliorate dal punto di vista della resa sul campo e lavorate fino alla massima raffinazione. La crescente sensibilità da parte dei consumatori e dei media verso alimenti naturali e salutistici ha ulteriormente alimentato l’interesse verso il recupero di cereali perduti e alternativi, interesse legato anche al fatto che, alcuni di essi, si è supposto siano meglio tollerati da soggetti che soffrono di ipersensibilità o allergia. Ma si tratta di ipotesi in parte sconfessate – come ci spiega il professor Franco Antoniazzi, tecnologo alimentare. In questo senso è ancora tutto da provare scientificamente.

Il consumo di cereali antichi o minori e anche dei cosiddetti pseudo-cereali è di grande interesse nutrizionale perché la loro composizione è considerata maggiormente positiva per la salute, in particolare rispetto ad alcuni componenti minori quali fibre, amido resistente, minerali, vitamine e fenoli (Wijngaard HH & Arendt E, 2006). Dal punto di vista tecnico, invece, pare abbiano in comune una scarsa valenza tecnologica, ma «la debolezza delle farine – continua Antoniazzi – non spaventa i veri professionisti e la tecnologia odierna, che permette tranquillamente di superare questi problemi. Esistono inoltre sul mercato miscele già pronte per gli artigiani, alle quali basta aggiungere acqua, lievito e sale».

Per approfondire questo interessante argomento potete scaricare il pdf dell’articolo qui.

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