Manolo Valdés: il gioco della citazione

Manolo Valdés: il gioco della citazione

La materia e la storia dell’arte sono le fondamenta della ricerca di Manolo Valdés, artista che rielabora il passato con un linguaggio contemporaneo

GLI INIZI

Manolo Valdés nasce a Valencia nel 1942 e poco più che ventenne fonda con altri artisti il gruppo Equipo Crónica. Scopo della loro arte era adottare certi elementi della Pop Art inglese e americana combinandoli con l’estetica figurativa spagnola. Parallelamente poi, desideravano offrire uno sguardo critico sia verso la politica del regime franchista sia verso la storia dell’arte. Una volta sciolto il gruppo, l’artista si allontana dai temi politici ed elabora una sua poetica che ancora oggi ruota attorno a due fattori. Uno è la resa materica della pittura e l’altro l’appropriazione di dettagli di celebri dipinti. Grazie a questi Valdés compie una profonda revisione delle immagini, una traduzione in linguaggio attuale pur mantenendo intatto il valore dell’opera originale.

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LA CITAZIONE PER VALDÉS

Il meticoloso lavoro di citazione fa riferimento in particolare a pittori quali Velázquez, Rubens, Matisse, Picasso. Basta infatti osservare le sue sculture per rendersi conto che la loro origine lontana risiede in opere famosissime quali Las Meninas di Diego Velázquez, appunto, o come nel caso di Reina Mariana, in altrettanto celebri ritratti di sovrane del Seicento spagnolo. Naturalmente, ben diversa è la resa, non foss’altro perché Valdés realizza una scultura e lo fa con una tecnica che prevede, nel caso del legno, un intarsio tridimensionale di pezzi che sembrano composti in modo casuale. Che invece, al contrario, compongono una texture calibrata e armonica, ricca di sfumature tonali. Oltre alla mostra romana, Valdés nel 2018 ha popolato con sculture enormi la piazza principale di Pietrasanta. Chi ha attraversato quegli spazi non dimenticherà le gigantesche teste e il loro dialogo scenografico con il contesto.

IL CLASSICO CHE ISPIRA

L’arte di Manolo Valdés dimostra come non sia sempre necessario creare il nuovo da zero. Anzi, l’accanirsi in una ricerca senza autentiche ispirazioni può talvolta portare a clamorosi fallimenti. La storia, la memoria, i capolavori artistici sono classici perché, per parafrasare Italo Calvino, non hanno ancora finito di dire quello che devono dire. Anche i grandi piatti della pasticceria e della gastronomia sono veri e propri classici, ed ecco perché gli chef creativi sanno spesso trarre da quelle ricette non solo una solida base per il loro successo, ma anche modelli per interpretazioni contemporanee e inedite.

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