Alvè si unisce ai Panificatori Agricoli Urbani

Alvè si unisce ai Panificatori Agricoli Urbani

Il laboratorio di panificazione Alvè di Parma si unisce al movimento dei Panificatori Agricoli Urbani, che ha da poco pubblicato il proprio manifesto, e presenta le novità per il Natale 2020

IL LABORATORIO

Da Alvè a Parma, Eliana Caggiati e Alessio Roselli hanno creato un innovativo laboratorio di panificazione. Come loro stessi descrivono l’attività: “Tutti i giorni sforniamo pani, pizze, focacce e altri lievitati con un approccio moderno rispetto alla classica offerta. Non lavoriamo di notte, il nostro pane viene fatto esclusivamente con acqua, farina, sale, lievito madre. E viene preparato solo in grandi pezzature, con lunghe lievitazioni a basse temperature. Questo perché così facendo il pane ha una durata maggiore e contribuisce anche a combattere gli sprechi alimentari. Prediligiamo farine biologiche o naturali, provenienti da coltivazioni sostenibili e locali”.

IL MOVIMENTO PAU

Una filosofia che li ha portati ad unirsi ai Panificatori Agricoli Urbani: un movimento nato nel 2018 per fare rete e rafforzare il lavoro degli attori della panificazione moderna. L’intento dei Panificatori Agricoli Urbani è di comunicare il legame imprescindibile tra il lavoro in campo e il mestiere artigiano. Un legame fondamentale per portare sulle tavole un pane buono, salubre e genuino, ricco di valori sociali e ambientali, di condivisione e aggregazione. Il movimento dei PAU racconta per questo motivo il pane che guarda al futuro, che ha come base farine agricole, non raffinate, e cereali della tradizione, spesso in disuso ma particolarmente digeribili e ricchi di sapore. Lo scorso ottobre ne è nato un manifesto in dieci punti, frutto di un anno di lavoro e siglato da 82 fornai di tutta Italia, che operano all’interno di 50 laboratori di panificazione. Il Manifesto identifica i valori che si dà e gli obiettivi a cui deve tendere chi – contadino, mugnaio, panificatore, consumatore – vuole partecipare alla rivoluzione del pane di filiera.

I PUNTI

  1. Fare il pane è un atto agricolo
    La materia prima del nostro lavoro quotidiano è il cereale trasformato in farina. Ogni impasto esprime il nostro legame con la terra.
  2. Il panificatore è un paesaggista
    Il pane dà forma all’ambiente in cui viviamo, la scelta delle materie prime determina il paesaggio. Promuoviamo modelli agricoli sostenibili e resilienti: siamo pianificatori e non solo panificatori.
  3. Il pane ha nome e cognome
    Il pane è fatto di persone: i contadini che coltivano i cereali, i mugnai che li trasformano in farine, gli artigiani che le panificano, i consumatori che se ne cibano. Ogni pane è unico e identificabile e racchiude una moltitudine di elementi che garantisce caratteristiche singolari, come il carattere dei semi, dei luoghi e delle annate. Il nostro compito è far emergere la ricchezza di questa biodiversità.
  4. I laboratori dei panificatori hanno pareti trasparenti
    Cooperiamo condividendo ricette, consigli e fornitori. Crediamo che la rivoluzione del Pane Agricolo Urbano sia di tutti, per questo accogliamo nelle nostre botteghe chiunque scelga di intraprendere la strada del pane. Il dono e la generosità sono per noi valori essenziali. Un movimento forte e radicato, capace di nutrirsi dello scambio, è una garanzia per la prosperità e la sostenibilità di ognuno.
  5. Crediamo in un futuro artigiano
    Ci definiamo artigiani del pane e, nel farlo, associamo un significato specifico a questo concetto, ovvero la capacità di visione e la conoscenza diretta di tutta la filiera, a prescindere dalle dimensioni produttive dell’azienda. Nel lavoro artigiano mente e mano sono collegate e anche la tecnologia è al servizio della filiera.
  6. Il panificatore è un soggetto dinamico
    Ognuno di noi all’interno del proprio laboratorio fa ricerca. Lavoriamo farine agricole, ogni giorno ci adattiamo a una materia prima diversa mettendo in discussione quanto fatto fino a quel momento. La volontà e la capacità di innovare si esprimono in termini di creatività e di apertura. Precondizione per l’innovazione è l’assenza assoluta di dogmi.
  7. Le nostre botteghe sono presidio di gentilezza
    Una rivoluzione è in corso e vogliamo raccontarla. Per questo è fondamentale il ruolo di chi ogni giorno si prende cura del pubblico. Le nostre botteghe e i nostri laboratori sono spazi accoglienti, ambienti permeabili e aperti allo scambio immateriale.
  8. Il pane è nutrimento
    Mangiare il pane deve far bene e deve essere un piacere. La ricerca della qualità riguarda le materie prime e i processi di trasformazione, per garantire salubrità e integrità nutrizionale. Il prezzo del pane prodotto ne rappresenta il valore, misurato in termini di impatto sull’ambiente, sul paesaggio e sulla società.
  9. Il pane è relazione
    Siamo amici, un gruppo di persone che vive con piacere lo stare insieme. Crediamo che la rete rappresenti un’opportunità per crescere condividendo riflessioni, idee e il nostro tempo. Ci siamo dati un compito ambizioso: ricordare alle comunità la centralità del pane.
  10. Siamo espressione della biodiversità
    Come in un organismo agricolo, la forza dei Panificatori Agricoli Urbani è data dalla capacità di adattarsi e co-evolvere. Crediamo in un ambiente capace di accogliere nuovi stimoli, nuove spighe, e lo stiamo costruendo insieme.

NATALE 2020

Tra le altre novità, da Alvè arriva anche il prodotto di punta delle festività. Si chiama Panettone di quartiere ed è stato chiamato così per estremizzare ulteriormente il concetto di artigianale, con una produzione davvero limitata che richiede una lunga e attenta lavorazione in ogni fase e speciale riguardo per la materia prima impiegata. Lo scopo è poi anche ridare centralità al ruolo della bottega di quartiere nel contesto urbano. Pochi ed essenziali gli ingredienti. Vengono usati solo tuorli di uova fresche da galline allevate a terra a pochi km dal laboratorio, burro di centrifuga della Normandia, miele biologico di montagna del parmense, sale dolce di Cervia, vaniglia Bourbon e lievito madre. Per quest’anno sarà disponibile, oltre alla versione tradizionale, anche quella Caffè e Gianduia. “Anche il packaging è stato ideato per rimanere fedeli al concetto di quartiere e alla connessione bottega-individuo-ambiente urbano. Ogni facciata della scatola è infatti caratterizzata da elementi geometrici che rimandano in modo astratto alle due zone principali di Parma, suddivise dal torrente. I tanti colori e la dinamicità rappresentano la multiculturalità dell’Oltretorrente, il nostro quartiere, nonché la biodiversità a noi tanto a cuore” spiegano.

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