Ai Millennials piace colorato

Ai Millennials piace colorato

I coloranti naturali si stanno ritagliando sempre più spazio, non solo in pasticceria e gelateria, ma anche in panificazione. L’esigenza è quella di un maggiore appeal fotografico e al contempo di un’etichetta pulita, anche a fronte dei desideri dei Millennials

Il cibo è sicuramente tra i settori che più ha “beneficiato” della popolarità data da Instagram. Volendo fare un breve excursus nella ristorazione, ad esempio, il format Flower Burger ha puntato tutto “sull’instagrammabilità” dei prodotti: hamburger variopinti, a partire dal pane, che colpiscono e conquistano l’occhio prima del palato e che stanno facendo impazzire i Millennials.

MANGIARE CON GLI OCCHI

Certamente oggigiorno un prodotto bello oltre che buono ha maggiori probabilità di successo, anche nell’artigianato alimentare. Ma come rendere instagrammabile un prodotto? La risposta è scontata: grazie ai coloranti alimentari. Quelli artificiali stanno pian piano scomparendo dalle linee di produzione. Eh sì, perché il cibo, oltre che essere buono, oggi deve essere anche sano. “Il paradigma del consumatore moderno” impone etichette corte e chiare, e tutti i coloranti e additivi, i tristemente noti “E”, non sono visti più di buon occhio. Largo quindi ai coloranti naturali.

GUSTO&COLORE PER MOLINI SPIGADORO

È la linea di coloranti naturali lanciata da Molini Spigadoro, eletti prodotto dell’anno 2018. Cento per cento naturali, senza OGM, allergeni e derivati animali per la pasticceria, la panificazione, i gelati e la pasta fresca, dal verde della spirulina al rosso della barbabietola, passando per il giallo della zucca e il rosa della ciliegia.

VEGETALI MICRONIZZATI BY IMPEPA

Per il settore della panificazione un’altra risposta può venire da Imepa: Industria Meridionale Essiccazione Prodotti Agricoli. L’azienda campana è attiva nell’essiccazione e polverizzazione di prodotti agricoli destinati all’industria e all’artigianato alimentare: dalla frutta agli ortaggi, dalle spezie alle erbe aromatiche. Fondata nel 1922 da Enrico Esposito, è arrivata ora alla quarta generazione con Emanuela Esposito. L’azienda è nata come produttore di paprica italiana, ottenuta essiccando e polverizzando i peperoni di Senise IGP, vanto della Basilicata, e facendo concorrenza alla celebre paprica ungherese. Nel corso degli anni ha fatto della valorizzazione dei prodotti del Sud e del rispetto dell’ambiente i propri cavalli di battaglia, il tutto con una forte connotazione tecnologica.

LE TECNOLOGIE

La produzione è alimentata da un impianto fotovoltaico, le acque vengono disinfettate a ozono e quelle reflue vengono “lavate” tramite captazione. Vero e proprio fiore all’occhiello può essere considerato il sistema di fitodepurazione, con piantagioni che assorbono le acque nere restituendo ossigeno, un perfetto esempio di agricoltura rigenerativa. Per quanto riguarda la produzione, i prodotti vengono essiccati con apparecchiature che riproducono le condizioni naturali di temperatura e ventilazione, indi vengono polverizzati. «Abbiamo progettato un nuovo impianto di molitura spiega Alfonso Esposito, Amministratore Unico – che permette di micronizzare i prodotti fino a poter raggiungere la stessa consistenza della farina 00, perfetta quindi per l’utilizzo come coloranti naturali».

Coloranti alimentari: come scegliere il prodotto giusto

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