Alla scoperta del Sol Levante con il Maestro Hiro Hirohiko Shoda

Alla scoperta del Sol Levante con il Maestro Hiro Hirohiko Shoda

Incontrare il Maestro Hiro Hirohiko Shoda è un’esperienza unica e straordinaria. La sua cucina, tra viaggio e suggestione, è una sintesi tra l’armonia della profonda cultura orientale, gli intensi studi internazionali e la ricca varietà della gastronomia mediterranea. Ma leggerete anche di arte, pittura, musica e, soprattutto, natura

Nato a Nara, in Giappone, nel 1977, Hiro Hirohiko Shoda fin da piccolo si appassiona alla cucina guardando la mamma, ma anche alla cultura occidentale: «Negli anni ’80 la cultura italiana in Giappone era diffusa, soprattutto la moda, la cucina, l’arte. Io sono stato sempre molto curioso e un po’ ribelle, le novità mi affascinavano e mi facevano sognare. Da piccolo la mia cameretta era l’unica stanza della casa ad essere arredata all’occidentale e per il mio compleanno niente cibo giapponese, volevo sempre pollo arrosto e torta con panna e fragole!». Hiro apprende invece l’amore e il rispetto per le materie prime dal nonno, mentre si dedica con lui alla coltivazione della terra e alla cura di piante e fiori. Dopo gli studi presso lo “Tsuji Culinary Institute”, dove si specializza in cucina italiana, europea e internazionale, per dieci anni è capo chef presso alcuni ristoranti di alta cucina italiana e successivamente, quasi trentenne, arriva in Italia, dove per sette anni lavora per il ristorante tre stelle Michelin “Le Calandre” dei fratelli Alajmo. In seguito, grazie alla sua compagna Letizia Castroni, con cui da sempre condivide il percorso professionale e lavorativo, approda in TV, diventando in breve tempo uno dei più seguiti personaggi televisivi e radiofonici. Oggi è anche autore di libri di cucina (“Ciao, sono Hiro” è in vendita in tutte le migliori librerie e anche in formato eBook), consulente, tutor gastronomico e docente presso diverse scuole di cucina in Italia, dove recentemente ha introdotto il suo nuovo progetto “Master Japan”, una full immersion nella cultura e nella cucina del Sol Levante.

Master Japan
L’equilibrio che nasce dalla sua varietà di alimenti e di cotture rende la cucina nipponica una delle più bilanciate e salutari al mondo, ideale anche per prevenire varie patologie e disturbi fisici e alimentari, tanto che dal dicembre 2013 la cucina giapponese è inserita fra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità dell’UNESCO. Con il progetto Master Japan, una vera novità nel panorama della formazione culinaria in Italia, lo Chef Hiro si rivolge ai professionisti e agli appassionati che desiderano conoscere e approfondire i numerosi aspetti della cucina e della cultura giapponese, andando oltre le mode e gli stereotipi diffusi, supportando in maniera etica e professionale il sempre crescente interesse del pubblico nei confronti del cibo internazionale. Grazie a una completa ed esaustiva panoramica di base, con approfondimenti analitici degli aspetti etico-culturali del cibo e sugli ingredienti tipici del territorio nipponico, si esplorando tutte le tematiche, suddivise per tecniche di cottura e presentazione del cibo, sviluppate con le relative ricette in forma pratica o dimostrativa: dall’utilizzo e il trattamento di lame e coltelli, al taglio del pesce e alle diverse tipologie di cottura, con riso, marinature, crudo, brodi, ramen e pasta fresca, donburi, lunch box, bento e molto altro ancora.

La cucina di Hiro
“Il cibo va rispettato come fosse un’opera d’arte”, questo è il suo motto. E, in effetti, per Chef Hiro realizzare un piatto significa creare un dipinto: «Da alcuni pittori ho tratto grandi ispirazioni: il giallo e l’arancio intenso dei girasoli di Van Gogh, l’oro di Klimt, la forza materica dei colori di Pollock, l’intensità di Frida». La sua proposta esalta gli ingredienti con naturalezza, ne enfatizza il gusto, il colore, la forma, gli accostamenti, per una perfetta armonia. Ama gli accostamenti originali e la cucina mediterranea, che esalta la materia prima nelle sue armonie e discordanze. Ogni ingrediente è visto nella sua essenza, esaltato in molteplici varianti, valorizzato anche solo con l’efficacia di un taglio. Questi i suoi principi: rispettare il passato, vivere adesso fortemente, creare, sperimentare, innovare sempre, acquisire un’ottima tecnica e una forte personalità. Gli chiedo quali siano stati i Maestri di vita e i Maestri di cucina che lo hanno maggiormente ispirato e che hanno contribuito al suo percorso professionale: «Amo tutta la cucina del mondo, ho sempre studiato e approfondito la cucina internazionale, da oriente a occidente, a partire dal grande Maestro giapponese Jirō Ono, artista supremo della cucina giapponese, passando alla cucina rivoluzionaria del Maestro Gualtiero Marchesi, a quella classica ed eccellente del Maestro Paul Bocuse, padre della cucina francese, fino a quella più moderna e innovativa di Ferran Adrià e Joel Robuchon, tutti uomini che con il loro coraggio e talento hanno avviato un’evoluzione in cucina. Certamente la mia esperienza più significativa, sia a livello professionale che personale, è stata quella presso “Le Calandre” di Padova, uno dei più celebri ristoranti tre stelle Michelin in Italia. Questa opportunità di collaborazione con lo Chef Massimiliano Alajmo ha determinato una scelta fondamentale nella mia vita: lasciare il Giappone e una carriera già consolidata per trasferirmi in Italia, un mondo così lontano, ma che da sempre ha influenzato il mio percorso. Amo la cucina italiana come quella giapponese: sembrano distanti e diverse, ma in fondo sono molto simili nella loro ritualità familiare, nel loro essere gesto di amore, di conforto, di condivisione e di piacere».

Conoscere Hiro, a tu per tu
Ci parli dei suoi gusti…

Mi piacciono i colori bianco e rosso, simboli di quiete e di passione: nella vita ci vogliono entrambi. Sono i colori del Giappone e, in parte, dell’Italia. La mia stagione preferita è la primavera, quando tutto è in esplosione: “Oh, Vita!” come dice il grande Lorenzo Jovanotti. Adoro il mare, ma ho scoperto da qualche anno la montagna: un paradiso reale, meraviglioso agli occhi, non facile da conquistare, che ti costringe ad andare avanti, passo dopo passo, fino alla vetta. Senza fatica non si raggiunge l’obiettivo, un grande insegnamento di vita. Io sono nato in campagna e ce l’ho dentro: amo la natura, l’aria pulita, le mani nella terra. Il mio gelato preferito è senza dubbio la stracciatella! Secondo me panna e cioccolato insieme sono un’accoppiata vincente. E la musica? Adoro tutta la musica, è parte dell’ambiente, è fuori e dentro ogni cosa. Il suono per me è uno stimolo importante come quello del gusto e dell’olfatto. Da ragazzo, in Giappone, avevo anche un gruppo dove ero chitarrista e voce. Ci chiamavamo gli ORA UTAN, ovvero gli Orango Tango, come lo scimmione, ho anticipato di tanti anni il grande Francesco Gabbani e la sua scimmia! Tra gli artisti che amo, sicuramente Ryuichi Sakamoto, grande musicista, futurista, innovatore giapponese e, tra gli italiani, l’immortale Domenico Modugno e poi Lorenzo Jovanotti, i suoi testi sono poesie e la sua musica potentissima.

Un’aforisma che la rappresenta?
“La Natura insegna tutto”. Ho utilizzato questo mio motto durante EXPO. Il rispetto per la natura e per il prossimo è fondamentale per una vita serena.

Il miglior pregio di Hiro? E il suo più grande difetto?
I miei pregi credo siano curiosità e testardaggine, voglio sempre arrivare fino in fondo alle cose. Quest’ultimo è anche il mio più grande difetto!

Cosa non ama nelle persone?
L’ignoranza in tutte le sue forme, soprattutto non la tollero quando si possiedono i mezzi e gli strumenti per combatterla. La mente chiusa, il non voler capire, conoscere, comprendere è fonte di violenza e ingiustizia.

Cosa ama di più dell’Italia?
L’Italia ha i suoi punti di forza nella bellezza in tutte le sue forme, da quelle naturali, le materie prime, il clima, la posizione geografica, fino a quelle culturali, storiche e artistiche. L’Italia potrebbe vivere di bellezza, il problema risiede nell’incapacità di riconoscere questo valore, di rispettarlo e conservarlo.

Cosa consiglierebbe a un giovane futuro chef?
La comunicazione è cambiata, occorre aggiornarsi e stare al passo dei tempi, chi resta indietro non deve lamentarsi o criticare, ma fare un’analisi interiore e darsi da fare. Le opportunità ci sono per tutti, ognuno nel proprio campo, l’importante è avere la competenza e il rispetto verso il prossimo, altrimenti io consiglio di tacere o ascoltare. Occorre studiare, studiare, studiare sempre, a tutti i livelli, conoscere perfettamente la propria storia, tradizione e cultura prima di esplorare e approfondire le culture del mondo. Occorre avere professionalità, competenza e un pensiero strutturato, non superficiale. I giovani di oggi hanno la possibilità di attingere ad un bacino infinito di informazioni, il supporto della tecnologia e numerose opportunità di viaggiare, esplorare, conoscere.

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