Gelato Matto, il gelato gastronomico dal pane al salmone

Gelato Matto, il gelato gastronomico dal pane al salmone

Artigianale e gastronomico. Da anni Gelato Matto di Montano Lusino (Como) è un punto di riferimento per ristoranti, bar, e pasticcerie che non possono produrre internamente il gelato, ma vogliono un prodotto artigianale, genuino e gustoso. 

«Il nostro è gelato artigianale». Vuole quasi a mettere i puntini sulle “i” Tiziano Baggio patron di Gelato Matto di Montano Lusino (Como). L’azienda, che serve oltre 300 realtà nelle province di Como, Varese, Lecco, Sondrio e Milano, fornisce un prodotto completamente artigianale in vaschette di varie capacità (dalle vaschette da chilo e mezzo fino ad arrivare ai 5 chilogrammi) o carabine di plastica usa e getta. Tra i suoi clienti vanta il Birrificio di Como e la gelateria Coccodé di Como.
Grandi numeri, ma ricetta artigianale
«Rispetto ai nostri competitor che producono gelato industriale – rivela Tiziano Baggio – abbiamo scelto di utilizzare un mantecatore discontinuo che ci permette di far inglobare alla base di gelato tra il 25 e il 27 per cento di aria (non il 100 per cento del gelato prodotto con un mantercatore continuo) e avere un prodotto che al palato è corposo, cremoso e in grado di esaltare il sapore delle materie prime utilizzate: latte fresco, ovviamente, ma anche frutta di stagione e creme». Accanto ai gusti classici si sta specializzando nella produzione di gelati gluten free, gelati biologici e vegani.
La svolta gourmet
«Poi, grazie anche alla collaborazione con alcuni nostri clienti, nascono gusti particolari, come il gelato alla birra nato in collaborazione con il Birrificio Acqua Alta e ultimamente stiamo lavorando su un gelato al pane secco variegato con nocciole. La base è una classica pagnotta pugliese che facciamo tostare e poi lavoriamo con il gelato».
In quest’ottica gastronomica si stanno sviluppando altri filoni. «Presto arriveranno anche i gelati al tonno e al salmone da abbinare con piatti di pesce o qualsiasi cosa la fantasia dello chef suggerisca. Ci piace sperimentare, ma sempre con giudizio e una progettazione alla base. Le novità “alla moda” ci interessano poco, preferiamo sempre la qualità».

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